La storia della S.B. Spezzano Albanese: «Noi ultimo baluardo arbëreshë nelle bocce calabresi»
Ci sono storie di società sportive con diversi trofei e titoli in bacheca e storie di società sportive, altrettanto titolate, che portano con sé anche altri titoli quali il senso di comunità, di appartenenza all’identità culturale e alla storia di un territorio. È il caso per esempio della Società Bocciofila di Spezzano Albanese, ultimo baluardo arbëreshë nel panorama boccistico calabrese. In Calabria sono oltre trenta le comunità di etnia albanese, di cui la maggior parte dei comuni si trova in provincia di Cosenza: fra questi solo quello di Spezzano Albanese ha attualmente una società bocciofila affiliata alla Federbocce, che per la precisione ha sede nel quartiere Scalo.
La storia
La Società Bocciofila di Spezzano Albanese nasce negli Anni 70 come attività dopolavoristica con due piccole piste in cemento adiacenti la Stazione ferroviaria grazie all’entusiasmo e all’impegno dei ferrovieri stessi che, dal nulla, realizzarono il loro piccolo sogno. Avviato come un semplice passatempo in un paese privo di altri centri di aggregazione e di strutture che favorissero la socializzazione, la struttura compie il salto di qualità nel 1989, anno di costruzione del Bocciodromo Comunale, fortemente voluto dal compianto presidente Alfredo Ferraro. L’impianto, pur condizionato da enormi carenze progettuali e strutturali, è composto da tre corsie in sintetico che, per quegli anni, rappresentavano un vero “lusso”. Così, grazie soprattutto al presidente Ferraro, in quegli anni si creò un discreto movimento e una ricca attività sportiva valorizzata anche dall’organizzazione di manifestazioni ed eventi che purtroppo però, alla fine degli anni 90, non riusciranno ad evitare alla bocciofila un triste ed inarrestabile declino provocato da inutili lotte interne e forti divisioni che, inevitabilmente, portano il Bocciodromo alla chiusura.
La rinascita e i titoli nazionali
Nel 2002 la svolta. Un gruppo di ragazzi, che da bambini avevano vissuto gli anni d’oro della disciplina nel paese, decide di investire il proprio tempo e le proprie energie per far rinascere il “Sogno” dei loro predecessori. Grazie anche all’aiuto dell’Amministrazione Comunale dell’epoca, i ragazzi riescono così a far riaprire le porte del Bocciodromo, divenuto ormai una sorta di discarica, un luogo abbandonato «e vittima di ogni sorta di vile, delinquenziale e becero vandalismo». Questo gruppo di ragazzi, solo con le proprie forze, rimette in sesto la struttura, formalizzano la riaffiliazione della Società alla Fib e nel 2003 organizzano la prima Gara Regionale. Da quel momento sarà una continua crescita per la società che è riuscita a coniugare la memoria e gli insegnamenti morali del passato con la necessità di avviare un processo di modernizzazione di uno sport che, nel frattempo, era cambiato sostanzialmente. Così negli ultimi anni Spezzano è riuscita ad essere tra le prime società della provincia cosentina per organizzazione di eventi regionali. Non tarderanno ad arrivare le vittorie e con esse le soddisfazioni, gli attestati di stima «e, cosa più importante – racconta oggi l’attuale presidente Gianluca Nardini -, Spezzano sarà universalmente riconosciuta come la Società dell’accoglienza, della sportività e dell’attaccamento ai valori veri ed essenziali che fanno dello sport uno dei pilastri della nostra vita». Valori che porteranno due ragazzi ventenni, Gennaro Blotta e Nino Tomaselli, a conquistare il titolo di Campioni italiani di coppia di cat. C nel 2011, primo grande successo della storia di Spezzano. Titolo bissato nel 2019 dalla terna di C composta da Cristian Ferraro, Francesco Fittipaldi e Gennaro Blotta (ancora lui!).
Obiettivi futuri
Nel frattempo, gli enormi sforzi profusi dalla dirigenza, portano anche ad un pressoché totale restyling della struttura che si completerà con la posa dell’intera controsoffittatura, la revisione generale dell’impianto elettrico, il rifacimento delle corsie, la pavimentazione e, per ultima, la rimozione del tetto in amianto ed il rifacimento con materiali attuali. «Credo che oggi il nostro bocciodromo sia un piccolo gioiellino», dichiara ancora Nardini che sugli obiettivi venturi non si trattiene: «Per il futuro cercheremo di proseguire nel percorso tracciato, cercando di avvicinare il più possibile ragazzi giovani, donne e diversamente abili e favorendo il più possibile l’organizzazione di eventi che, per una società di periferia ai margini della provincia di Cosenza, tra l’altro ultima società arbereshe rimasta, portino ancora maggiore visibilità e considerazione. Questo può portare quel valore aggiunto fatto di entusiasmo e di continua ricerca di stimoli dei quali tanto ha bisogno il nostro sport. Sempre con la ferma convinzione che lo sport deve essere soprattutto perseguimento dei valori di rispetto e amicizia».