Se sport quali pallavolo o basket hanno chiuso anzitempo la stagione con la certezza comunque di riprendere la prossima, ce n’è uno che forse una parte della stagione attuale la finirà ma avrà seri problemi a ripartire nella successiva, anche a Modena e provincia: le bocce. Il paradosso si spiega con la particolare natura dei suoi praticanti, il cui complesso, ovunque e quindi anche nel Modenese, potrebbe essere graficamente rappresentato da una piramide… schiacciata: un ristrettissimo vertice composto da atleti di alto livello e da juniores, una non molto più ampia sezione corrispondente ad atleti di media o relativamente giovane età, e una larghissima base di agonisti anagraficamente collocabili tra i soggetti più a rischio Coronavirus. Non a caso, se in provincia non si sono registrati casi di boccisti in piena attività tra i deceduti a causa del Covid-19, altrove non è stato così: dalla scomparsa di un giocatore ancora di grido come il 61enne trevigiano Giuliano Mirandola, a quella dell’arbitro piacentino Girometta (più volte direttore di gara in competizioni modenesi), per non parlare della falcidia in territori come Bergamo, Brescia o Cremona. In tutti si parla di 250 “caduti”. Vero che le bocce in queste settimane di pandemia sono state tacciate come fonte di focolai forse con un po’ troppa faciloneria (la famigerata “bocciofila” di Medicina fungeva più che altro da centro sociale, e alla “Avis” di Bologna il contagio partì probabilmente, a metà febbraio, in seguito a una competizione nazionale di boccette, che non sono la stessa cosa…); altrettanto vero però che un 70enne dopo mesi di inattività sportiva, anche quando le autorità sanitarie e politiche ne dessero il benestare potrebbe non avere tutta quella tranquillità, per non parlare della voglia, nel rimettersi in gioco e tornare in pista di un praticante di qualsiasi altra disciplina dilettantistica con la metà o meno delle sue primavere. All’incognita sul ritorno all’attività dei singoli si aggiunge poi quella della riapertura degli impianti e della loro gestione. Molte società boccistiche del nostro territorio, specie nei paesi, già si tenevano in piedi a fatica e grazie a un’opera di volontariato che andava dall’ultimo dei “manovali!” al presidente: in tale condizione, la richiesta di nuove e più onerose assunzioni di responsabilità in termini di sanificazione degli ambienti e fornitura delle garanzie di sicurezza ne potrebbe decretare la fine. Dai vertici della Federazione, riunitisi in Consiglio via Skype non più di dieci giorni fa, il discorso è stato chiaro: la ripresa dell’attività di base dovrà avvenire solo quando potrà essere garantita la piena tutela della salute degli atleti, il che potrebbe anche avere tempi molto, molto lunghi; la priorità andrà all’attività di alto livello e juniores. Ma anche per quest’ultima, le cose non sono così semplici: con poche gare loro dedicate e sparse qui e là, i dirigenti accompagnatori si prenderanno ancora la responsabilità di portare in giro per l’Italia dei ragazzini che non sono i loro figli? Ecco dunque che, parlando di eventi modenesi, i Campionati Italiani Juniores previsti a Budrione il 5-6 settembre sono tuttora un’incognita. Anche se la Federazione, con una modifica dello Statuto Federale che sposti la chiusura della stagione dal 30 settembre al 31 dicembre, potrebbe aprire la finestra per un loro posticipo. La proroga all’anno solare potrebbe anche consentire di portare a termine, altro obiettivo concreto, i vari campionati a squadre, da quello di Serie A1 che vede la “Rubierese” dei modenesi Mussini e Ricci tra le qualificate alla “final four” a quelli di Promozione, che vedono ancora in lizza per la conquista della fase finale nazionale Solierese in categoria B e S. Faustino in C. “Tutto questo però – precisa il modenese Maurizio Andreoli, commissario Fib Emilia Romagna – se si potrà giocare a impianti aperti al pubblico, perché se le porte chiuse possono andare bene nel calcio, nelle bocce non hanno alcun senso. Il momento è indubbiamente difficile, ma la volontà è quella di ripartire anche se con tempi magari lunghi, perciò invito bocciofile e bocciofili modenesi a stare uniti ed avere fiducia nel fatto che la Federazione verrà loro sicuramente incontro”. —
Intervista al Commissario Andreoli pubblicata su GAZZETTA di MODENA il 16-04-2020
Coronavirus, le bocce contano i loro caduti.
Anche a Modena futuro denso di incognite.
Andreoli, commissario Fib: «Insensato pensare di giocare a porte chiuse. Ci vorrà tempo, ma la volontà è quella di ripartire»