CREMA - CAMPIONATI EUROPEI FEMMINILI - 2 ORI IN LOMBARDIA

2nd European Bocce Championship for Women - Singles U23

3rd European Bocce Championship for Women - Singles

6th European Bocce Championship for Women - National Teams

 

 

SQUADRE – 1° ITALIA (Tecnico Rosi – Aguzzi, Cantarini, Cristofori, Luccarini); 2° Svizzera (Tecnico Genni R. – Aeschbacher, Franceschini, Giamboni, Hammerer); 3° p.m. Russia (Tecnico Filimonov – Gayssina, Gataylo, Lukina, Rodina) e Turchia (Tecnico Turkmen – Cil, Demir, Ozbekler, Emen). Punteggio della finale 12-9, 12-1.

INDIVIDUALE SENIOR – 1° ITALIA (Cantarini); 2° Turchia (Demir); 3° Rep. San Marino (Ciucci); 4° Germania (Cavallo). Punteggio della finale 12-11.

INDIVIDUALE UNDER 23 – 1° SVIZZERA (Riso); 2° Italia (Losorbo); 3° p.m. Turchia (Emen) e Ungheria (Szrapko). Punteggio della finale 12-10. (C.B.)

 

Un cordiale saluto  al mondo delle bocce lombarde. Oggi ho pensato bene di effettuare una trasferta al bocciodromo comunale di Crema, in occasione delle fasi finali degli Europei Femminili dove – come sapete – la squadra italiana si è aggiudicata il titolo continentale. Alcune riflessioni in ordine sparso. La prima riflessione riguarda la cremonese Germana Cantarini, vincitrice anche nella specialità individuale. È stata lei la vera colonna della nazionale: senza nulla togliere alle altre azzurre (Agnese Aguzzi, Elisa Luccarini e Linda Cristofori), Germana è stata il baluardo insormontabile contro cui hanno sbattuto la testa le atlete avversarie. È stata lei il Capitano con la C maiuscola della squadra: non solo ha giocato bene, sbagliando pochissime bocce; ma, soprattutto, giocando in terna, ha infuso sicurezza alle compagne, prendendosi la responsabilità delle scelte e della conduzione tattica della gara, se pur consultandosi con i responsabili tecnici. Germana è una forza della natura, imperturbabile, almeno in apparenza; e, comunque, un approdo sicuro ogniqualvolta la barca delle compagne sballottava fra le onde a seguito di qualche errore. Lode a lei per l’immensa personalità e freddezza che, ancora una volta, ha dimostrato di possedere. Agnese Aguzzi ha accostato in modo alterno; però ha avuto il merito di giocare bene quasi tutte le bocce determinanti. Anche Elisa Luccarini ha sbagliato parecchi tiri; tuttavia, pure lei, ha indovinato i tiri determinanti: ad esempio, in finale, in terna, sul punteggio di 9 a 2 a favore delle svizzere, ha colpito un pallino realizzando ben cinque punti. Continua nell’accosto anche Linda Cristofori, che ha offerto una discreta prova. Non parlo di Maria Lo Sorbo, seconda nella specialità individuale under 23, perché non l’ho vista giocare. In ogni caso, è ormai evidente che gran parte del gap tecnico che esisteva tra l’Italia e le altre squadre nazionali è stato recuperato. Soprattutto nel gioco a punto e nel tiro di raffa sulla media distanza, alcune giocatrici svizzere e turche (oh, yes) giocano ormai alla pari con le nostre atlete. Il divario, per nostra fortuna, esiste ancora sotto il profilo dell’esperienza e della conduzione tattica: la coppia turca, in semifinale, ha compiuto un paio di errori davvero scellerati dal punto di vista tattico, regalando molti punti alle azzurre. A mio parere, nel tiro di volo, ossia nella bocciata – che, nel regolamento internazionale, è obbligatoria quando la boccia si trova prima della riga dove si posiziona il pallino alla partenza – le nostre avversarie dovranno migliorare per essere ancora più competitive. Oggi, a Crema, c’era una bellissima cornice di pubblico. Alcuni fra gli spettatori si lamentavano per le scarse informazioni sul tabellone posizionato all’esterno dagli organizzatori. In compenso – come noto – oggi c’era la diretta streaming, con il commento di Francesco Ferretti, che finalmente ho avuto l’opportunità di conoscere. E mentre lui commentava da par suo, chi scrive si alimentava con la passione per questo sport che, proprio nel Femminile, potrà forse trovare ulteriori occasioni di rilancio. Scusate, amici, se mi sono dilungato un po’ troppo. Un giorno o l’altro, pagherò pegno… Alla prossima! (Giorgio Macellari)