DOMENICA 14 APRILE 2019 AD ALASSIO SI E' SVOLTA LA 66a EDIZIONE DELLA "TARGA D'ORO" SPECIALITA' VOLO
Domenica 14 aprile 2019. Il sole di Alassio, pallido e quasi soffocato dal vento di ponente, fa capolino tra i vetri del "PalaRavizza", dove si stanno svolgendo le fasi finali della 66^ edizione della"Targa d'Oro", importantissimo evento boccistico della specialità Volo. All'interno del palazzetto ci sono almeno un migliaio di spettatori paganti. Da sempre amo in modo incondizionato la specialità Raffa; ma sono anche un grande appassionato dello sport delle bocce tout court. Così, grazie alla mia innata curiosità, ma soprattutto grazie alla squisita gentilezza di Roberto Favre e Marco Bricco, padroni di casa e dirigenti federali ai massimi livelli, ho avuto l'opportunità di assistere allo svolgimento di questa classica gara internazionale da una postazione privilegiata. Doppiamente privilegiata poiché, accanto a me, siede una leggenda del Volo: Piero Amerio, grande campione del recente passato e adesso Commissario tecnico della Nazionale Femminile. Una persona competente e cortese con la quale ho la possibilità persino di confrontarmi su alcune interessanti tematiche inerenti la comunicazione: pochi minuti di dialogo e la certezza di essermi arricchito di ulteriori conoscenze. Di fianco ad Amerio, c'è un personaggio proveniente da un'altra specialità, affine al Volo: Riccardo Capaccioni, infatti, è il Commissario Tecnico della Nazionale Italiana di Petanque. Insomma, ogniqualvolta mi occorrono spiegazioni tecniche sulle giocate, non ho che l'imbarazzo della scelta. Di recente, mi è capitato più volte di sottolineare come lo sport delle bocce sia semplice e bello. Perché le bocce possono trasformarsi in spettacolo puro e, talvolta, in poesia. Sulla corsia vicina alla mia postazione, ad esempio, posso ammirare due giovani croate, sorrette da gambe solide e fisico piuttosto asciutto: Carrolina Bajric e Nikol Marelja. Hanno una ventina d'anni: sono sportive vere, capaci di esprimere un'estrema precisione nel gioco a punto e nella bocciata, tanto da strapazzare, nella semifinale della Targa Rosa, le quotate rivali francesi. Sulla corsia accanto, gioca la campionessa del mondo Caterina Venturini, in coppia con Alessandra Pers. La Venturini in bocciata è proprio brava: corre quasi saltellando e lancia l'attrezzo in un modo che a me sembra leggermente diverso rispetto all'usuale stile sottomano proprio del Volo (se scrivo qualche bestialità tecnica, sono certo che gli esperti della specialità mi sapranno perdonare). Sta il fatto, comunque, che la boccia della Venturini quasi sempre atterra sul bersaglio dichiarato. Così come del resto accade ai tre bocciatori che ho modo di seguire in questo straordinario pomeriggio di balistica applicata: sto parlando di Daniele Grosso, del suo compagno di squadra Fabrizio Deregibus e del francese Gregory Chirat. Grosso ha una rincorsa cadenzata, armoniosa e insieme poderosa: non gli fanno difetto la precisione e la continuità. Deregibus è invece più scattante, con balzi quasi felini; magari mi sbaglio, ma a me sembra lui il vero "regista" della sua formazione. Il francese Chirat, a sua volta, è impressionante: ha uno stile ancora più fluido degli avversari; mi entusiasma la leggerezza con cui compie il gesto tecnico della bocciata, quasi non comportasse per lui alcun dispendio di energia psico-fisica; dopo ogni tiro riuscito, su quel suo viso da attore si disegna un accattivante sorriso che ricorda il giovane Jean LouisTrintignant! In ogni caso, se pensiamo che la distanza nella bocciata varia da un minimo di 12 metri e mezzo a un massimo di 17 metri e mezzo, ci possiamo rendere conto quanto complesso e difficile sia ogni singolo tiro di volo. Bravissimi anche i giovani Mattia Falconieri e Federico Golfetto: fanno parte del presente e del prossimo futuro delle bocce. Detto questo, la verità è che sono rimasto affascinato dalla specialità Volo. Forse perché avevo lasciato a casa, nel baule degli oggetti inutili, ogni pregiudizio. Ad Alassio mi sono presentato ingenuo e vergine, senza preconcetti di sorta: così ho potuto apprezzare i valori tradizionali di una disciplina sportiva che nel Volo esalta il proprio tasso di nobiltà. Un modo di giocare che trasmette serenità, anche negli errori (oh, yes) e nonostante qualche difetto di cui parleremo magari nelle prossime occasioni. Si respira sulle corsie del Volo il dolce e speziato profumo del rispetto per l'avversario e per i compagni. Si gioca e si combatte con spirito di squadra. Ognuno mette a disposizione il proprio talento. E, se una giocata non riesce, se un accosto è sbagliato, se non si colpisce un bersaglio, non è la fine del mondo. Né per gli atleti in campo né per gli appassionati. Lo spirito agonistico, beninteso, esiste e si palesa, eccome; tuttavia mai travalica i confini del bon-ton. Oggi, ad Alassio, ho avuto la conferma che le bocce costituiscono un patrimonio per l'umanità: Volo, Raffa e Petanque formano un arcobaleno boccistico che ha la possibilità di conquistare le platee più vaste. Il nostro è uno sport meraviglioso. Dobbiamo "solo" saperlo comunicare.