INTERVISTA AL CONSIGLIERE REGIONALE FIB FILIPPO REGINI
In uno dei momenti più complicati per il nostro Paese e per il mondo intero, tutto lo sport si è fermato. La pandemia da Covid-19 non ha risparmiato neanche le bocce, che è risultata una delle attività maggiormente messa in ginocchio. Abbiamo intervistato Filippo Regini, Consigliere Regionale della Federazione, per fare un quadro della situazione e capire come si ripartirà.
Abbiamo sentito il Presidente De Santis parlare di situazione drammatica. Quanto è stato colpito il mondo bocce in questo brutto periodo?
Io penso che il nostro non sia uno sport solo per persone di una certa età, ma può rappresentare un’ottima coesione tra giovani e anziani. Purtroppo, però, l’età media dei soci è ancora molto alta e proprio per questo siamo stati colpiti in maniera rilevante. La gran parte degli introiti vengono dai tesserati, dalle gare e dalle attività commerciali nei nostri centri come bar e ristoranti; questo per noi è un danno considerevole, che è stato stimato sugli 8 milioni di euro per tutto il territorio nazionale.
Il suo sembra proprio un grido di allarme, quali aiuti si auspica per la ripartenza?
Visto che siamo uno sport cosiddetto “minore” credo che gli aiuti saranno minori; tuttavia questo non ci preoccupa perché siamo una realtà incentrata su un forte spirito di volontariato. Ci sarà da rimboccarsi le maniche ma riusciremo anche a superare questo momento.
Avete già pensato ad iniziative per quando si tornerà a giocare?
Nell’ultimo periodo la Federazione aveva già dato un cambio di marcia con una nuova programmazione incentrata sull’inserimento di donne, bambini e disabili all’interno delle nostre strutture. Penso che questo continuerà ad essere l’obiettivo anche per il futuro.
Lei è anche Presidente della Bocciofila a Fermignano, nel suo piccolo quanto è stata colpita la sua Società?
Proprio prima del lockdown stavamo ripartendo dopo essere stati fermi quasi un anno a causa dei lavori per la riqualificazione della struttura e l’abbattimento delle barriere architettoniche. Nemmeno questo ci fermerà; appena possibile ripartiremo dal beach-bocce che dodici mesi fa ci ha riempito le serate estive, dalle nostre squadre, quella dei “senior” e quella dei piccoli, composta da 15 tesserati “Under 12” e da un gemellaggio con una associazione di ragazzi diversamente abili.
Infine, vuole lanciare un messaggio ai suoi atleti e a tutto l'universo bocce?
Chiedo a ognuno di mettercela tutta, perché questo virus è come una partita di bocce in cui ogni giocata “ti dice male”, e tutti gli atleti sanno di cosa sto parlando. Ma so che si può rimontare. Non sbagliamo più niente e vinciamo questa partita.
intervista a cura di Matteo Regini