INTERVISTA A LAURA ERBACCIO, VICE PRESIDENTE FIB MARCHE E RESPONSABILE DEL SETTORE FEMMINILE

Proseguiamo con la rassegna di interviste ai dirigenti regionali.
Stavolta è il turno di Laura Erbaccio, vice presidente del comitato Marche e responsabile regionale per il settore femminile.
Anche nel settore femminile è molto ampio il movimento che si è dovuto fermare a causa del Covid 19. Quante tesserate ci sono nella nostra regione?
Purtroppo ci siamo dovute fermare e per noi è stato un grosso colpo visto che nella nostra regione, proprio in questo periodo, erano programmate grandi manifestazioni agonistiche nazionali femminili. Attualmente, nelle Marche, ci sono 134 tesserate di ogni categoria A – B – C – D – U/12 – U/18, numero che in cuor mio spero di aumentare visti i progetti per la promozione che avevamo. Purtroppo questo stop temo che inciderà anche su questo.
Oltre a un movimento quantitativamente forte, lo è anche da un punto di vista qualitativo Un vero peccato fermarsi proprio ora…
Da sempre la nostra regione ha avuto una certa importanza dal punto di vista qualitativo Spesso le nostre atlete sono state convocate nella nazionale Italiana (Agnese Aguzzi, Jessica Gelosi, Chiara Gasperini, Flavia Morelli, Kety Crescenzi), per non parlare di Marina Braconi che non milita in società marchigiane, ma è marchigiana di nascita. Siamo onorati di avere la campionessa europea di coppia mista Flavia Morelli che è anche campionessa europea individuale under 23 e, insieme a Chiara Gasperini, anche campionessa europea a squadre. Al momento dell’interruzione agonistica Flavia guidava la classifica nazionale e sono sicura che avrebbe mantenuto la posizione fino alla fine. Ricordiamo anche che le Marche, con la squadra di Pesaro, ha vinto la prima edizione della Coppa Italia per comitati provinciali. Sono veramente onorata di avere un bel movimento di atlete. Anche nel campionato femminile per società ci siamo fatti sentire. La nostra è l’unica regione d’Italia con ben 6 squadre partecipanti. Mi rammarica che due squadre sono andate a gareggiare con il girone dell’Emilia, cosa che ha fatto lievitare i costi delle trasferte.
La squadra di Fontespina, in cui lei stessa milita, avrebbe dovuto disputare lo spareggio per entrare nelle quattro squadre che si sarebbero dovute contendere il titolo nazionale. C’è speranza di portare a termine almeno il campionato?
Un filo di speranza c’è visto che sono state cancellate tutte le altre gare compresa l'attività internazionale e i campionati italiani di ogni categoria e specialità. Ma soprattutto me lo auguro per poter gratificare la società di Fontespina che ha messo tanto impegno sia per formare la squadra, sia per gli allenamenti. Giovani e veterane si sono impegnate con continuità e dedizione sotto la guida dei nostri tecnici. Sarebbe veramente un peccato finire qua la stagione. Fontespina non aveva mai avuto una squadra femminile.
Si è riusciti appena in tempo, prima della chiusura, a disputare la gara nazionale élite femminile a Morrovalle i 23 febbraio scorso. Quali gare di alto livello femminili non si sono potute disputare nelle Marche a causa del Covid?
Dopo quella di Morrovalle ci sarebbero state nel mese di aprile le gare nazionali di Salaria (Monteprandone) e Sambenedettese, poi a maggio Fontespina e Monturanese oltre alle gare regionali di jesi e ancora di Monte Urano il giorno prima di quella nazionale.
C’è il rischio, dopo quanto successo, di perdere tesserati e tesserate nella prossima stagione sportiva?
Penso di no. Chi ha nel cuore questo sport rimane, anche se i problemi sono molti. Ci sono difficoltà economiche per le trasferte. Sono dell’idea che si debbano fare più gare in coppia mista (lui/lei) visto che questa specialità è stata inserita nelle manifestazioni internazionali e a squadre. Con gare femminili solo individuali alcune atlete sono penalizzate proprio per gli spostamenti. Dobbiamo partire dal presupposto che come le società cercano i giocatori per poter disputare i campionati, devono cercare anche le atlete per poter formare una coppia mista competitiva. La prima cosa da fare è mettere in calendario gare a coppia mista, senza sovrapporle a gare maschili.
Lei è molto attiva anche nell’organizzazione di attività per gli atleti paralimpici (vedi la bella iniziativa estiva del Marche Challenge che mette insieme in squadra uomini, donne, juniores e parlimpici). Per questo tipo di atleti immaginiamo che il distanziamento sociale provochi maggiore sofferenza…
Davvero un esperienza unica, emozionante e gratificante. Quando mi hanno chiesto di poter aiutare nell’organizzazione di questa manifestazione non ci ho pensato nemmeno un secondo. Quello che può dare a livello emotivo, sociale e integrativo, se non si prova, non può dirlo. Ho visto ragazzini confrontarsi con paralimpici e viceversa, donne che non avevano mai provato cosa significhi condividere ore di spensieratezza con i diversamente abili. Ragazze e ragazzi rispettosi da cui abbiamo soltanto da imparare. Purtroppo temo che quest’anno, con questo mostro invisibile, non riusciremo a riproporre il Marche Challenge.
Vogliamo dare un messaggio di speranza finale a tutti i praticanti delle bocce e alle praticanti del settore femminile?
Caratterialmente sono ottimista. Tutti i giorni mi sveglio come se questo Covid da un momento all’altro dovesse finire all’improvviso e tornare a giocare liberamente senza più disposizioni restrittive. Questo periodo buio e triste ci ha portati a riflettere su quanto ci manca praticare la nostra disciplina sportiva. Lo sport ha il potere di unire le persone, può portare speranza dove prima c’erano situazioni critiche e ha il potere di migliorare chi lo pratica. Il mio messaggio di speranza è di non mollare mai e crederci. Lo dico da dirigente e da atleta. Stiamo lavorando, per trovare soluzioni che permettono a tutte di praticare le bocce. Non è semplice ma solo con l’aiuto di tutte ce la faremo.