Parliamo con Luca Capponi, coordinatore regionale ed istruttore regionale sull’importanza, per le bocciofile marchigiane, di organizzare al proprio interno una scuola di bocce dedicata ai giovani.
Luca, cosa possono fare le bocciofile per promuovere il nostro sport presso i giovani?
Innanzitutto il dixit “i giovani non si appassionano alle bocce” è da considerarsi falso, o meglio, è un pretesto che molte società sportive mettono in campo per avere un alibi sull’incapacità di attrarre giovani nelle proprie sedi. Il nostro è uno sport vero e proprio e non un semplice gioco o passatempo. E’ un gioco nel momento in cui lo si propone nelle scuole per un fine pubblicitario, ma è nostro dovere renderlo appetibile poi alle nuove generazioni. E’ uno sport che allena il fisico, la mente e il carattere del bambino, il quale già dai 5-6 anni di età può praticare questo sport in maniera ludica e ricreativa. Il primo passo è conoscere realmente quali sono le opportunità che la FIB offre oggi giorno e avere nel proprio organigramma societario delle figure formate e qualificate.
Quali sono le difficoltà da superare?
La prima difficoltà è senza dubbio la volontà di dedicare tempo e risorse al settore giovanile. Si dovrebbe lavorare maggiormente per diffondere una nuova cultura, ossia dare alla singola società sportiva una motivazione per continuare l’attività sportiva al proprio interno, per dare un futuro alla propria struttura, alla propria storia, ai continui sforzi che sono stati fatti nel tempo dalle varie generazioni che si sono susseguite. Insomma significa ridare lustro e dignità alla propria associazione sportiva e lasciare una bella impronta, essendo consapevoli dell’importanza di una struttura finalizzata alla socializzazione, all’integrazione e all’incontro di diverse persone con diverse esigenze e all’attività sportiva amatoriale o agonistica. Un’altra difficoltà è senza ombra di dubbio la mancanza di figure professionali e quando parlo di professionalità mi riferisco a persone studiate e formate che sappiano di sport e sappiano trattare con l’ambito educativo-pedagogico, che sappiano educare il bambino, l’adolescente e sappiano riconoscere i loro bisogni. Parlo di ragazzi laureati in scienze motorie, ragazzi laureati in scienze dell’educazione e corrispettivi ambiti. E’ importante poi che a loro fianco ci siano figure societarie che sappiano di bocce e sappiano affiancarli nella loro programmazione e nelle loro attività. Quindi volontà e professionalità.
Ci sono costi per le bocciofile, oppure esistono contributi federali per organizzare i corsi?
Avviare un corso di scuola bocce non ha costi eccessivi. Occorre fornirsi di materiale sportivo facilmente reperibile presso i negozi come Decathlon, un numero cospicuo di bocce (ovviamente adatte alla pratica dei bambini), cui molte società sono fornite. Esistono contributi federali quando si avvia una scuola bocce. Occorre presentare un progetto, degli obiettivi che siano realizzabili e contattare la Commissione Progetti Promozionali FIB, la quale, una volta preso carico del progetto, lo analizza ed eroga eventualmente dei contributi. Per una società il costo annuale per l’organizzazione di una scuola bocce è di 1.000 euro, ma considerando l’eventuale contributo federale, arriviamo addirittura ad una stima pari a 0!
In Regione ci sono abbastanza istruttori per coprire tutte le esigenze del territorio?
La nostra regione vanta una storia di tutto rispetto. Da sempre le Marche sono fucine di giovani talenti. Nel tempo abbiamo avuto molti professionisti che si sono dedicati ai giovani, alla promozione delle bocce nelle scuole e addirittura nelle università, come quella di Urbino, dove fino a poco tempo fa era attivo un corso con rilascio di CFU per gli studenti interessati alla qualifica di Istruttore di Specialità FIB. Purtroppo oggi, pur continuando ad avere un numero alto di tesserati juniores, non siamo soddisfatti del numero di istruttori presenti sul territorio. Molte realtà come le scuole, i centri di aggregazione sociale, comunità residenziali richiedono tecnici per avviare progetti sullo sport delle bocce e dalla nostra non riusciamo a coprire molte delle esigenze, soprattutto nella provincia di Ancona e nella zona del fermano. Molti degli istruttori svolgono l’impegno in maniera del tutto volontaria e gratuita, altri, sicuramente più giovani e maggiormente qualificati, svolgono l’attività sotto retribuzione. Quello che sto cercando di portare all’interno del nostro comitato regionale è una maggior sensibilizzazione verso i giovani laureati in ambito educativo e motorio, come precedentemente detto, poiché il nostro è uno sport complesso, dove un giovane studente potrebbe approfondire e migliorare le proprie conoscenze attraverso la sperimentazione e la pratica, mettendo pienamente in gioco la propria formazione e la propria persona. La didattica che sta dietro lo sport delle bocce è ampia e varia, la metodologia d’insegnamento può essere appresa e poi applicata a seconda delle proprie conoscenze. L’invito che faccio alle società sportive è quello di far riferimento a queste figure, le quali la maggior parte delle volte non aspettano altro che una loro chiamata.
Cosa può fare il nostro sport per rendersi più attrattivo per i giovani?
Lavorare per inserire appunto nuove figure professionali che sappiano lavorare con i bambini tenendo conto delle diverse fasce d’età. Proporre attività qualitative ed efficaci per una crescita armoniosa e psicofisica dell’allievo. Inserire nuove tipologie di competizione, come la staffetta o il tiro veloce per tutte le specialità, dove si andrebbe a sollecitare la parte atletica del ragazzo, i tiri di precisione per dare maggior spettacolarità agli eventi. Un invito che faccio alla FIB è quello di incentivare l’inserimento delle figure sopracitate attraverso l’introduzione di contratti sportivi.
Che appello faresti a una bocciofila per spronarla a darsi da fare per attirare i ragazzi?
Chiunque abbia anche la minima intenzione di avviare una scuola bocce all’interno della propria società, invito a contattare me o la commissione giovanile regionale per una prima condivisione di esperienze e una programmazione a breve e lungo termine. Il primo step, molto semplice ma allo stesso tempo ancora efficace oggi giorno, è quello del “passaparola” tra i soci, gli atleti, le famiglie, i conoscenti. Molte volte i ragazzi si sono appassionati in questa maniera. Il secondo step è quello di individuare al proprio interno un referente per l’attività giovanile, che segua l’attività in maniera costante e con impegno e che collabori con la Commissione Giovanile Regionale. Gli step successivi spettano a me come Coordinatore Regionale e alla Commissione Regionale Giovanile attraverso le nostre competenze e le varie esperienze avute sul campo. Invito pertanto le società a scrivermi all’indirizzo mail fibcapponi@gmail.com per un primo contatto qualora fossero interessate.