"In punta di penna" di Mauro Bavastri - addetto stampa FIB Piemonte
Il mondo boccistico del Nord-Italia sta attraversando un momento difficile, probabilmente uno dei più critici dell’ultimo ventennio, in particolar modo per le specialità volo e petanque di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, non tanto per i risultati ottenuti sia a livello Nazionale che Internazionale quanto a causa della burocrazia legata alla gestione delle società che ha visto una “brusca accelerazione” della Federazione Italiana Bocce per allinearsi con le altre federazioni sportive nazionali.
Con l’utilizzo obbligatorio del nuovo sistema informatico gestionale WSM si è creato “malumore” (passatemi il termine) in tutti quei dirigenti di società, in particolar modo dei piccoli sodalizi, cui dover far uso di tali sistemi diventa ostacolo insormontabile per la vita della società stessa.
Nonostante l’impegno a 360 gradi del Presidente Regionale, Claudio Vittino e del suo staff (Presidenti e Delegati provinciali compresi) nell’indicare le linee guida di lavoro e nel voler inculcare nella mentalità dei dirigenti delle società che “il dado è tratto” e che indietro non si può tornare, ad eccezione delle società impegnate nei campionati di serie, sono numerose invece quelle che rimangono “alla finestra” in attesa di nuove disposizioni.
Le riunioni indette nei Comitati del Piemonte boccistico hanno evidenziato i vantaggi e le problematiche cui incorrono le società, sia a livello di affiliazione alla Federazione (che comunque rimane una “botte di ferro” per la gestione societaria sotto l’aspetto burocratico), sia nella ricerca di altre associazioni più o meno importanti cui appoggiarsi per l’annata sportiva.
A tutto questo bisogna aggiungere il fatto che numerose società rischiano la chiusura per cause di altra natura.
Insomma, “a bocce ferme” è difficile ipotizzare quale potrà essere la soluzione ottimale per tutti.
La Federazione non farà mancare sicuramente il supporto indistintamente nei confronti di tutte le società ma purtroppo il presentimento (con l’augurio di sbagliare) e che qualche società storica o non del “vecchio Piemonte” sia costretta a “chiudere i battenti” o non affiliarsi e questo sarebbe uno “smacco” nei confronti di uno sport che ha segnato intere generazioni affacciandosi ai giovani e ai disabili mai come in questo periodo.
Ecco perché occorre che tutti “si faccia quadrato” per superare un gradino difficile ma non insormontabile perché società e giocatori hanno bisogno della Federazione e la Federazione ha altrettanto bisogno di loro.