Volo - Il Memorial "Franco Manzo" è della Chiavarese
Si è concluso con il successo della Chiavarese di Carlo Ballabene, Pier Luigi Cagliero, Stefano Zucca e Marco Capello il 1° Memorial "Franco Manzo" gara nazionale di propaganda a quadrette organizzato dalla Bocciofila Comunale Enviese e diretta da Gabriele Minetti.
In finale la squadra ligure si è imposta 9 a 5 ai biellesi del Gaglianico, Alessandro Longo, Gabriele Graziano, Vanni Collet e Silvano Cibrario.
Terzo posto per i padroni di casa dell'Enviese (Jmmel Dubois, Marco Bonato, Luca Palmero, Matteo Bardella) e per la Roretese con Nicola Olivero, Oscar Belliero, Sergio Tiotto e Gianpietro Quaterni.
La gara nazionale di Envie era dedicata a Franco Manzo, uno dei più grandi giocatori che la storia delle bocce nazionali possa annoverare, uno dei più abili colpitori, soprannominato “Il martello di Cardè”, piccola cittadina di poco più di un migliaio di abitanti in provincia di Cuneo.
Gli appassionati delle bocce, quelli con i capelli bianchi, quelli “datati” (senza offesa), lo hanno visto anche giocare nei suoi momenti migliori.
Una serie di indizi, non per far parte di un quiz ma per descrivere un grande giocatore, un grande uomo che ci ha lasciato lo scorso mese di settembre.
Franco Manzo, classe ’44, una vita per le bocce ed un palmares impossibile da concentrare in un’articolo.
Dopo parecchi anni nella categoria B sempre ad alti livelli “esplose” agonisticamente con la maglia della Boccia di Carmagnola in una quadretta divenuta “storica” con Giacomo Ariatello, Domenico Audero ed Edoardo Castellino.
Quattro amici prima che giocatori, insieme sui campi per oltre una dozzina d’anni con Carmagnola e poi con Nitri, Andora, Autonomi Fossano.
La “concorrenza” dell’epoca era tanta, i colpitori lo affrontavano sempre con timore sapendo che lui aveva quel qualcosa in più: l’affiatamento con i suoi soci di sempre.
La quadretta poi si disfò, Manzo andò alla Perosina, grande società, grande squadra, ma non nascose negli anni il rammarico per non aver continuato ancora qualche anno con gli amici di sempre.
Vestì 3 volte la maglia tricolore, per altrettante volte arrivò in finale. Nella sua carriera i successi nelle gare più prestigiose non si contano, da Saint Vincent a Sanremo, ad Albisola.
Giocò fino a 9 anni fa, poi la malattia lo costrinse al ruolo di spettatore, sempre attento al mondo boccistico e prodigo di consigli, soprattutto nei confronti dei più giovani.
Nella foto sotto Manzo, Audero e Castellino "tricolori"