La Tutor regionale Enza Lombardi: "I progetti scolastici sono opportunità per le società"
Se tanti giovani toscani hanno iniziato a giocare a bocce lo devono anche al suo contributo. La Prof.ssa Enza Lombardi, fiorentina, diplomata ISEF, docente nella scuola secondaria di primo grado, è dal 2009 Tutor per l’attività scolastica di Federbocce Toscana. Giocatrice prima di Petanque, poi anche di Raffa, dal 2012 è anche nel Consiglio Federale Regionale. Notevole è stato il suo lavoro, sia progettuale che in prima linea, sul campo, per la promozione della disciplina bocce. “Abbiamo realizzato numerosi progetti, alcuni esclusivamente toscani come ‘Adesso bocce’ e ‘FIB Junior tutti in gioco’, altri nazionali come ‘Bocciando si impara’. Ora abbiamo lanciato ‘Bocce in casa’, progetto nazionale per divertirsi e imparare a casa con le bocce” esordisce.
Partiamo dall’inizio. Quanti sono stati gli alunni coinvolti nelle iniziative scolastiche di FIB Toscana?
“In questi anni sono stati tantissimi, specialmente delle scuole primarie e secondarie di primo grado. Ogni anno abbiamo avuto molte adesioni, variate da progetto a progetto. Quando 1000, quando 2000, in tanti hanno potuto conoscere la disciplina bocce in tutta la Toscana”.
Qual è la finalità comune dei diversi progetti che si sono susseguiti nel corso degli anni?
“Vogliamo sostenere la pratica motoria intesa come percorso formativo per i giovani. Lo sport bocce, per le sue caratteristiche, è ottimo per promuovere il processo di alfabetizzazione motoria e di educazione sportiva. In questo modo possiamo dare visibilità alla nostra disciplina”.
Quali sono le peculiarità che rendono lo sport bocce ottimo per la scuola?
“Le bocce sono uno sport accessibile a tutti e adattabile a vari ambienti, ideale per includere tutti gli alunni, femmine, maschi, bambini e bambine con disabilità. Sono uno sport di precisione, che consente lo sviluppo della coordinazione neuromotoria e oculo-manuale. In sintesi consentono in età evolutiva uno sviluppo psicomotorio armonioso, il miglioramento della consapevolezza corporea, ma anche l’incremento delle competenze sociali finalizzate all’inclusione”.
Come si lavora per coinvolgere gli istituti nei progetti di Federbocce?
“Come Federazione diffondiamo il progetto alle società, con quelle interessate poi individuiamo l’istituto scolastico di riferimento e lo presentiamo. Federazione e società individuano l’istruttore che, assieme a società e istituto, stabilisce i tempi e i modi di intervento fino a organizzare, possibilmente, una giornata al bocciodromo”.
Le scuole apprezzano i progetti di Federbocce?
“Il riscontro di docenti e dirigenti scolastici è sempre stato positivo. I progetti nazionali FIB hanno l’approvazione del MIUR e del CONI, che ne legittimano il valore”.
Chi sono gli operatori che nella pratica realizzano il progetto?
“Sono istruttori giovanili ed educatori sportivi scolastici, figure su cui la Federazione Italiana Bocce punta molto. Ogni anno realizziamo corsi di formazione per queste figure, in cui svisceriamo tanti aspetti, da quelli psicopedagogici alla capacità di coinvolgere gli alunni con disabilità, fino a proporre giochi propedeutici ed esempi pratici di attività sia per la palestra che per il bocciodromo. Per FIB Toscana ho realizzato un manuale per gli istruttori, una piccola guida con esempi di percorsi da realizzare negli istituti, suddivisi per varie fasce d’età”.
Quali sono i risultati di questi progetti?
“Sinceramente, sulla base dell’impegno profuso, confidavamo di vedere più giovani e giovanissimi nei bocciodromi. In questi anni abbiamo notato che nella catena che parte dal progetto scolastico e arriva al tesseramento di nuovi giovani c’è un anello debole. Spesso la difficoltà arriva al momento in cui il compito promozionale della Federazione si esaurisce e l’attività deve essere completamente proseguita dalle società. Non tutte hanno un’organizzazione capace di accogliere e coinvolgere i giovani”.
Quali sono gli ostacoli da superare?
“Intanto le società non devono aspettarsi che la Federazione porti loro i giovani. La Federazione sostiene e finanzia la promozione, dà visibilità alla disciplina e alla società, che però poi deve proseguire facendo un investimento a lungo termine, impiegando i propri istruttori e i propri spazi per portare avanti i più piccoli, farli appassionare e crescere, senza aspettarsi un ritorno immediato. Diverse società hanno agito con lungimiranza, creando bei gruppetti di ragazzi, altre invece hanno perso delle ottime opportunità. I giovani sono un patrimonio da non disperdere: questo concetto ancora non è stato recepito da tutti i dirigenti delle ASD boccistiche”.
Come è la promozione scolastica delle bocce ai tempi del Coronavirus?
“Federbocce ha lanciato il Progetto Bocce in Casa, un’idea innovativa per la didattica motoria a distanza attraverso le bocce e i suoi gesti tecnici di base. Il progetto, che mi ha visto partecipe, ha ricevuto apprezzamenti dal MIUR e dal CONI. Tante scuole in tutta Italia, diverse anche in Toscana, hanno aderito, seguendo le indicazioni per creare le proprie bocce di carta o cartapesta a casa e poi realizzando i giochi e gli esercizi consigliati. Le adesioni sono ancora possibili, pertanto stimolo alla partecipazione anche altre società e istituti”.