Il delegato FIB Firenze Stefano Bartoloni: “Riprendiamo la nostra passione. La Petanque specialità ideale per ripartire”
Stefano Bartoloni è uno sportivo a tutto tondo, appassionato e competente. Una vita nel rugby, il primo grande amore, poi la fidata bicicletta per le ciclostoriche e le pedalate con gli amici, da 12 anni anche le bocce, prima come giocatore, poi come istruttore e dirigente. “Dodici anni fa un’amica mi regalò per il compleanno la tessera del neonato Petanque Club di Riparbella. Cominciai per amicizia e curiosità, e non ho più smesso” esordisce. L’inizio con la Petanque, poi l’avvicinamento anche alla Raffa con cui ha conquistato un terzo posto a squadre ai Campionati Italiani 2014. La sua passione e l’indole generosa ne hanno poi fatto un apprezzato istruttore giovanile federale e un dirigente coinvolgente e entusiasta, un ciclone talvolta, da 4 anni delegato FIB Firenze e referente regionale Petanque.
Qual è la situazione dell’attività boccistica nel fiorentino?
“Quest’anno abbiamo 7 società affiliate in provincia, Affrico, Campigiana, DLF Firenze, Polisportiva Il 45, PoHaFI, Sestese e Scandiccese. Da 12 anni, assieme al Comitato di Prato, organizziamo il Torneo Fiorentino, sia individuale che a squadre: si tratta di una manifestazione a tappe molto sentita e partecipata, che prevede prove individuali, a coppie o a terne distribuite sul territorio. Si delinea così una classifica per accedere alla giornata finale. Tante poi sono le gare significative che richiamano giocatori da tutta Italia: su tutte la nazionale giovanile ‘Egizio Fiorelli’ a Sesto Fiorentino, e la ‘Mario Sbrilli’ e il ‘Trofeo della Liberazione’ a Scandicci”.
Quali sono gli ultimi risultati di rilievo del Comitato di Firenze?
“A livello giovanile nel 2016 la terna fiorentina composta da Matteo Franci, Andrea Lascialfari e Jean Paul Pacini ha vinto il titolo italiano juniores, l’anno successivo Fabio Checcucci de Il 45 vinse il titolo nazionale senior. La più recente medaglia agli italiani è stata portata da una giovanissima atleta della Scandiccese, Valeria Zerboni che alla prima partecipazione all’età di 10 anni e 10 mesi, nel 2019, ha conquistato il bronzo nel tiro di precisione Under 15 femminile. Inoltre a livello paralimpico la storica PoHaFi ha nel suo palmares numerosi titoli italiani e nella Petanque nel 2016 Marco Biggi fu campione nazionale categoria D”.
Si parla di aprire sempre più l’ambiente boccistico a donne, giovani e persone con disabilità. Cosa si sta facendo a Firenze?
“Promuoviamo i progetti scolastici a cui negli ultimi anni hanno aderito diversi istituti, ci sono al momento quattro società che vantano alcuni tesserati nel settore giovanile, Scandiccese, DLF e Sestese, ma non basta. Questo inverno abbiamo iniziato un progetto anche con il Liceo Sportivo Calamandrei di Sesto Fiorentino per i più grandi. Anche il settore paralimpico è in crescita per quanto riguarda l’aspetto della disabilità intellettivo relazionale, mentre per le persone con disabilità fisica il punto di riferimento resta la PoHaFi e per la sperimentazione coi non vedenti il centro nevralgico è l’Affrico. Sul settore femminile siamo invece carenti, malgrado alcune giocatrici di rilievo e due promettenti bambine, Valeria Zerboni appunto, e Iris Facchini”.
A che punto siamo con la Petanque in Toscana?
“La Petanque, le bocce all’aperto alla francese per intendersi, è molto semplice e intuitiva. Da anni organizziamo un circuito regionale che tocca diverse realtà del territorio e che negli ultimi anni ha previsto anche il master interregionale. Si gioca in spazi aperti, parchi pubblici, e chiunque voglia provare può iscriversi. Dopo la sosta forzata siamo al lavoro per ripristinare un calendario per l’estate, coinvolgendo più province possibile”.
Come si sta ripartendo dopo il lockdown?
“Con l’ultima riapertura di Scandicci, sei società su sette sono tornate attive. Manca solo il DLF che, essendo polisportiva, risponde a diverse logiche. Gli allenamenti sono ripresi, ovviamente seguendo le regole; per l’attività agonistica aspettiamo indicazioni dalla Federazione, ma contiamo di riprendere a metà luglio”.
Qual è la sua ricetta per rilanciare il mondo bocciofilo?
“In questo momento e in questa stagione punterei molto sulla Petanque, le cui caratteristiche ben si adattano alle vigenti normative sul distanziamento e che potrebbe essere la specialità ideale per promuovere tutto il movimento boccistico. Soprattutto però dobbiamo avvicinare i giovani e le loro famiglie, cancellare gli stereotipi e proporre la disciplina come complementare e non alternativa alle altre. Lo sport bocce valorizza e forma diversi aspetti fondamentali per i giovanissimi, come la concentrazione, e può ben accompagnarsi ad altri. Chi ci si è avvicinato ne è il miglior testimone e dovrà essere il volto e il trascinatore delle bocce del futuro”.