Il delegato Federbocce di Prato Rosi: “Riparte uno sport dalla funzione sociale”
Luciano Rosi è il volto della Federazione Italiana Bocce nella provincia di Prato. Umbro di origine, da 45 anni residente nella città laniera, è giocatore, dirigente societario e federale. Pacato, umile e disponibile, è sempre presente nelle occasioni che la politica sportiva locale offre, ed è stato tra i primi a muoversi per prepararsi alla riapertura quando ancora appariva lontana. “Credo molto nel rapporto tra sport e istituzioni – esordisce – e lavoro affinché lo sport sia un fiore all’occhiello delle amministrazioni e quest’ultime, a loro volta, lo sostengano”.
In tempi di lockdown lei è stato tra i più attivi.
“Sì, ho cercato di mantenermi in contatto con l’amministrazione locale, a sua volta sempre tempestiva nel rispondere, e con le istituzioni sportive. E’ stato un periodo complicato per tutti, ma ho sempre cercato di guardare avanti, come del resto ha fatto tutta la Federazione Italiana Bocce. FIB è stata molto vicina ai dirigenti locali e alle società, tenendoci sempre informati su ogni aspetto e ogni evoluzione. Il mondo bocciofilo ha fatto quadrato e non si è arreso, così ha potuto ripartire appena possibile”.
A un mese dalle prime riaperture qual è la situazione in provincia di Prato?
“Le due società di Raffa del territorio, Prato Bocce e la Nuova Europa di Oste di Montemurlo, hanno riaperto nei giorni scorsi, dopo la sanificazione e osservando rigidamente le normative vigenti. E’ stato un grande sollievo poter rivedere aperti gli impianti, tornati a popolarsi del loro corpo sociale per cui sono punti di riferimento fondamentali”.
Qual è il ruolo delle bocce oggi?
“Le bocce oggi hanno una funzione sociale. Sono uno sport popolare, accessibile, che aggrega e include. Difatti sempre più in crescita è la parte paralimpica; sempre di più sono i tesserati, sempre più società svolgono questa attività. La terza società della provincia, la Sinergy Anffas, è proprio esclusivamente paralimpica, svolge attività regolare coi suoi ragazzi all’interno della sede Anffas del capoluogo, laddove proprio nello scorso autunno è stato inaugurato uno spazio sportivo polivalente che include anche una corsia da bocce. Per metà marzo era stata programmata proprio in quella sede una giornata promozionale della Boccia paralimpica, la specialità dedicata alle persone con grave disabilità che avrebbe dovuto riunire partecipanti da tutta la Toscana; sarà recuperata appena possibile. Sinergy collabora con Prato Bocce, che a sua volta accoglie giocatori della locale sezione dell’AISM, ovvero persone con sclerosi multipla”.
Prato è terra di gioco e di giocatori?
“In provincia si è sempre giocato al gioco tradizionale, lo striscio, ancora presente in molte realtà con i suoi impianti belli e frequentati. Non è una specialità riconosciuta a livello nazionale, ma è molto amata sul territorio. Le due società della specialità Raffa sono attive, fanno parte del circuito del Torneo Fiorentino, organizzano nel capoluogo il Trofeo Città di Prato e a Montemurlo il Trofeo Industria e Commercio, e coi loro giocatori prendono parte a molte manifestazioni”.
Come saranno le bocce del futuro secondo Luciano Rosi?
“Saranno fatte di impianti sempre più aperti e punti di riferimento per persone con difficoltà ma non solo, e di giovani che si avvicinano e si divertono: uno sport popolare e di tutti insomma”.