Bocce “smart” per i paralimpici toscani con disabilità intellettivo-relazionale
In Toscana le bocce non si fermano. Se l’attività è sospesa e gli impianti sono aperti a singhiozzo, i ragazzi con disabilità intellettivo relazionale hanno la possibilità di giocare in modalità smart, nei propri luoghi abituali, rispettando regole, indicazioni e distanziamenti. Così è stato per i giocatori delle Bocciofile Valdicornia e Piombinese, le quali operano con i ragazzi dell’Associazione La Provvidenza, che ha inserito le bocce nel proprio percorso formativo recandosi regolarmente al bocciodromo. I livornesi, 6 ragazze e 7 ragazzi, hanno ricevuto pochi giorni fa il kit di gioco composto da bocce e “tappeto bersaglio” spedito gratuitamente dalla Federazione Italiana Bocce Toscana per consentire ai propri tesserati paralimpici di continuare a praticare l’attività all’interno dei centri che li accolgono. Non è infatti ancora possibile organizzare competizioni e manifestazioni federali, ma all’interno delle strutture c’è l’opportunità di praticare il gioco, rispettando le normative anti-Covid. A Piombino infatti nella palestra de La Provvidenza, laddove c’è il tatami di Judo, è stato allestito un “campo” della lunghezza di 6 metri, una specie di corridoio largo un metro, dove sono stati eseguiti i tre giochi che richiamano i gesti tecnici di base delle Bocce. Il primo è stato un esercizio di accosto, consistente nel lanciare la propria boccia e farla avvicinare a un bersaglio rappresentato da un tappeto con cerchi concentrici. Il secondo richiama la bocciata di raffa, con le sfere che devono scorrere a terra per poi colpire quella posizionata al centro di una “porticina”. Nel terzo, che esercita il gesto della bocciata di volo, la propria boccia deve entrare in un cerchio senza rimbalzare precedentemente. Il tutto alla distanza di 6 metri da eseguire su un fondo indoor con le stesse bocce utilizzate per la specialità Boccia Paralimpica per la disabilità fisica, ovvero leggere e malleabili sfere di materiale sintetico dal peso di circa 280 grammi e di 280 mm di diametro. Queste bocce sono ideali per la pratica indoor e sono utilizzate dalla Federazione Italiana Bocce anche per progetti scolastici e con persone con disabilità intellettivo-relazionale. I 13 atleti paralimpici hanno giocato uno alla volta, eseguendo gli esercizi secondo le indicazioni del proprio istruttore Giovanni Basso. Ognuno dei ragazzi, regolarmente testati attraverso tamponi e test sierologici, ha eseguito i tre giochi per tre volte, per poi recuperare le bocce e sanificarle pulendole con uno straccio imbevuto di disinfettante. È significativo infatti che oltre al beneficio psico-fisico, le bocce indoor in questo caso siano anche esercizio per l’educazione igienico-sanitaria. “Parafrasando un noto detto, se i ragazzi non possono andare a giocare a bocce, allora le bocce vanno dai ragazzi. Crediamo che sia opportuno per una disciplina intuitiva, versatile e benefica come la nostra, recarsi nei luoghi della disabilità per fornire un approccio e un’opportunità a tante persone, con l’idea di iniziare un percorso che potrà poi proseguire con un’attività sempre più regolare” afferma Giancarlo Gosti, presidente della Federbocce Toscana. “Questa giornata, così come altre che vengono realizzate in Toscana, ci dimostrano quanto la nostra disciplina sia uno strumento eccezionale di inclusione, che con qualche adattamento, può essere praticato anche in questo momento, in sicurezza e rispettando le regole” aggiunge il tecnico referente dell’iniziativa Claudio Costagli.