Bocce: nella regionale di Raffa a Brenta domina l’armonia
Passare un pomeriggio al bocciodromo di Brenta è un'esperienza dell'anima. Aquilini si aggiudica il trofeo Mario Molteni
Non sarebbe stato in stile, avrebbe dimostrato di essere esoso, così decide, una volta salvato l’onore con un misero punto a referto, di farsi travolgere da un attento, preciso, spietato Aquilini che si aggiudica il successo nella seconda edizione del trofeo Mario Molteni, ricordato da coloro che si sono alternati a parlarne durante la premiazione con accenti di grande rispetto e ammirazione.
Il suo soprannome “ghiacciolo”, rivestito di un alone di mistero che neppure sua moglie è riuscita a dissolvere se non ricordando che era da sempre che così veniva chiamato, ha attraversato dominante la sala.
Mauro non si smentisce, guida il pubblico ancora presente in misura notevole, malgrado l’ora avanzata, nel ricordo, con l’entusiasmo che lo contraddistingue, diventa l’interprete ideale per ricoprire quel ruolo di promozione dello sport delle bocce, ora più che mai bisognoso di leader carismatici
PILLOLE DI BOCCE
30 giugno – Cuviese – Finale individuale regionale serale ABCD
1) Barilani Walter – Cuviese – VA
2) Bardelli Ernesto – Monvallese – VA
3) Basso Daniele – Cuviese – VA
4) Rossi Franco – Bederese – VA
1 luglio – Brenta – Finale individuale regionale serale B
1) Aquilini Andrea – Casciago – VA
2) Bardelli Ernesto – Monvallese – VA
3) Chinaglia Adriano – Possaccio – VCO
4) Dall’Occo Gianni – Montenudo – VA
2 luglio – Brenta – Finale individuale regionale serale C
1) Rovelli Alessio – Sperone – MI
2) Buffon Maurizio – Cuviese – VA
3) Massa Sergio – Cuviese – VA
4) Cobianchi Gabriele – PonteLambrese
Ma chi l’ha affermato che un impianto sportivo debba essere solo funzionale, sintetico nelle sue strutture, senza che venga contaminato da una leggera spruzzata di bellezza?
Luoghi comuni, fole che diventano realtà conclamate, sovvertendo quanto è visibile facilmente solo che si voglia vedere, solo che si esplori con gli sguardi dell’animo.
Non appena ci si avvicina e si costeggia il semicircolare spazio dedicato alla danza e alla consacrazione del piacere della socialità, ti accoglie il minuscolo ponticello in ferro, sul quale sosta pensoso, ma non “solo” come nella poesia del Petrarca, Mauro Giudici, il presidentissimo dei BeiGiurnà, società ormai dedicata alla promozione dello sport delle bocce, avendo passato la mano del settore agonistico alla neonata, sorella siamese, Monte Nudo, guidata da Elisabeth Castiglioni, elegantissima in completo bianco a conferire un ulteriore tocco di leggiadria al luogo e alle manifestazioni che perfezionano il loro consueto rito competitivo.
Tanta gente lì intorno, con il campionissimo Chiappella a fagocitare attenzioni dall’alto dei suoi innumerevoli trionfi: “Ma che ci fai qui?” “Ma io ci abito a Brenta, è casa mia e poi come si fa a rimanerne lontani? Non si percepisce l’atmosfera di cordialità, di armonia che qui ha la sua dimora?”. C’è anche il consigliere regionale Guido Bianchi, l’ex Gianpiero Martinoli e alcuni presidenti delle società varesine. Anzi uno di essi è sul campo – Ernesto Bardelli, boss della Monvallese – sta duellando, serio, serio, con l’ultimo esponente locale, Gianni Dall’Occo che è in vantaggio 11-8 e sembra predestinato a prevalere, a conquistare la finale, soprattutto per la conoscenza degli ostici terreni di gioco in terra non proprio di facile interpretazione per chi è abituato a campi più scorrevoli. Ma il Bardelli, memore del fatto che la sera precedente a Cuvio aveva dovuto cedere solo in finale a quel portentoso collezionista di vittorie che risponde al nome di Walter Barilani, sfodera due prodigiose “mani” da supercampione, raggiungendo prima a 11 l’avversario, al quale non lascia poi scampo con alcune bocciate di precisione millimetrica fino a conquistare il dodicesimo punto e la sospirata finale. Favorito? Battaglia furibonda? Mai previsioni furono più avventate.
Bisogna conoscerlo l’Ernesto: è l’emblema della gentilezza, il sorriso è la caratteristica persuasiva del volto, riesce a essere colloquiale, disponibile ad ascoltare – dote ormai rarissima, quasi lo scovare un’Amanita Caesarea, comunemente chiamato ovulo -, insomma dopo aver consumato una ricca cena a Cuvio, volete che proseguisse con un’abbuffata pantagruelica a Brenta?