Nella raffa delle bocce è nata la Coppa Varese

Fortemente voluta dal delegato provinciale Alessandro Bianchi la Coppa Varese ha l’intento di rilanciare una competizione a squadre dedicata solo alle compagini ubicate nella zona
Una ventina le società, undici iscritte a questo torneo, ripartite in tre gironi con incontri di andata e ritorno, con il sistema a inseguimento, affascinante al di là di ogni consuetudine, perché offre ai contendenti il piacere, e la tensione agonistica naturalmente, di competere fino all’ultima boccia, cioè fino al raggiungimento del fatidico ventiquattresimo punto.
È nata timidamente, forse a piccoli passi, ma con fermezza si sta affermando creando un clima di prospettiva di sviluppo, forse superiore alle previsioni. Sicuramente l’evoluzione è ancora da scoprire, è affidato alle Società il compito di accordarsi sulla gestione degli incontri, che implica la ricerca della migliore scelta, serale o eventualmente pomeridiana, per la loro esecuzione, con alcune importanti novità per quanto attiene il regolamento.
In dettaglio, il direttore tecnico può essere un componente della squadra, che potrà contare su un giocatore di categoria A, due di B e quattro di C, con possibilità di disputa di un massimo di due gare, senza che il componente della categoria maggiore possa disputare l’individuale e un’ulteriore limitazione nelle fasi successive, dove nella terna e nella coppia deve essere obbligatoriamente presente un atleta di terza categoria.
Sembra complesso, ma in pratica non lo è, poiché lo scopo è quello di evitare predomini legati a un solo giocatore di categoria superiore che potenzialmente potrebbe far volgere le sorti dell’incontro alla sua sola partecipazione.Ovviamente, qualora nelle Società non vi fossero atleti di prima categoria, il sostituto sarà della categoria immediatamente inferiore.
A titolo di merito per la Coppa Varese l’assenza di una quota d’iscrizione per la partecipazione e l’erogazione di premi che si potrebbero definire simbolici in un mondo che sovente tende a privilegiare il denaro come fonte d’interesse per le competizioni.
Quindi trofeo alla squadra prima classificata e medaglie – vermeille – per i giocatori, mentre per seconda e terza classificata sarà rilasciata una targa, sempre con medaglie vermeille per gli atleti.
Tutto molto spartano, non per celebrare gli iloti di turno del regime spartano, bensì con l’intento di scoprire i meccanismi delle competizioni sportive che abbiano come scopo fondamentale il confronto agonistico al fine di premiare l’affezione alla squadra, d’incentivare il senso di appartenenza nel quale scovare il vero significato dello sport.
Sarà vera gloria? Non ai posteri la sentenza, bensì ad Alessandro e al coronamento del suo – lo possiamo ipotizzare? – sogno.