Il tema di Giacomo Dalprà (13 anni) incanta il mondo della scuola e ottiene l'argento al concorso nazionale dell'AICS

“Questa giornata mi resterà impressa nella memoria e spero che questo sport un giorno venga riconosciuto anche per le olimpiadi e non solo nelle paralimpiadi, perché come tutti gli altri sport è fisico, competitivo e aiuta a socializzare anche con persone di età diverse”.
Si chiude così il tema “La diversità aiuta a vincere” nel quale Giacomo Dalprà, 13 anni, di Sarcedo (nel vicentino), racconta il proprio sport, le bocce, che ha scoperto qualche anno fa “in prima media nel progetto Bocciando si impara organizzato dal mio professore di educazione fisica” e che “fin da subito mi è piaciuto perché è uno sport dove serve precisione, calma e concentrazione”. Nel suo scritto Giacomo, in riferimento ad una partita della fase eliminatoria di una gara giovanile, descrive le emozioni e gli stati d’animo che ha provato, le dinamiche del gioco, il rapporto con il compagno, con gli avversari, con l’arbitro e con il pubblico (di seguito sono riportati alcuni estratti).
“Più passa il tempo è più le emozioni si fanno intense, la competizione si fa sempre più accesa e tra le due squadre c’è una sana rivalità. Man mano che la partita avanza la tensione aumenta, gli sguardi diventano più seri e ogni boccia lanciata provoca un miscuglio di speranza e ansia perché finchè non si ferma non si sa di chi è il punto”.
“Io non parlo ma guardo il mio compagno fisso negli occhi come per dirgli: “Che cavolo hai combinato?” e lui, con la coda tra le gambe, tiene la testa bassa imbarazzato per il tiro che ha fatto. Gli avversari tentano di non ridere ma non ci riescono e si sente una risata sorda e fastidiosa che fa arrabbiare molto il mio compagno, però pazienza, ha voluto fare il cretino e ora si va avanti così”.
“Chiedo all’arbitro quanto è distante la boccia dell’avversario dal boccino ma lui, sordo come una campana, gobbo e senza occhiali mi guarda senza accennare alcun segno di vita, allora io con il tono di voce alto lo chiedo di nuovo e lui risponde che è a meno di venti centimetri”.
“Dichiaro all’arbitro di voler bocciare la boccia del punto, faccio un respiro profondo, mi concentro e tiro. Con gli occhi seguo la boccia e.....sbaglio! Ma non di poco, saranno stati 70 cm. Guardo il mio allenatore e tutti i tifosi a bordo pista e vedo volti delusi. Provo molta frustrazione ma non mi arrendo, ho ancora a disposizione l’ultima boccia e dichiaro nuovamente all’arbitro di voler bocciare la boccia del punto”.
Un testo che non solo ha inorgoglito i tecnici e i dirigenti della Società presso cui è tesserato, la Bocciofila Magnabosco di Zugliano, ma che ha addirittura ottenuto il secondo posto al concorso nazionale letterario indetto dall’ente di promozione AICS. La premiazione dei vincitori delle varie categorie si è tenuta a Roma, presso il Salone d’onore del CONI, ma la Scuola che Giacomo frequenta (l’I.C. Tiziano Vecellio) ha voluto comunque dedicare un momento di merito al giovane boccista. Sicché, mercoledì 26 marzo 2025, il testo di Giacomo è stato letto dalla Dirigente Scolastica Maria Giovanna Pace davanti ad una platea di 150 alunni dell’I.C. Vecellio e delle varie rappresentanze degli altri Istituti della Provincia, presenti a Sarcedo per la disputa dei Campionati Studenteschi di Orienteering.
Alla cerimonia erano presenti la Dirigente dell’Ufficio Scolastico di Vicenza Nicoletta Morbioli, il Delegato CONI Giuseppe Falcone per il Comitato Regionale Veneto della FIB il Presidente Antonio Guizzo e il Vice Presidente (nonché responsabile per l’attività giovanile raffa) Zenone Borgo, i quali hanno consegnato a Giacomo un attestato e un set nuovo di bocce (dono della società).
“La FIB Veneto è estremamente orgogliosa di questo ragazzo – ha dichiarato il Presidente Antonio Guizzo – perché ha saputo far immergere a 360° il lettore in una partita di bocce. Con il podio nel concorso letterario ha dato risonanza nazionale al nostro sport, di cui abbiamo sempre necessità. Inoltre, la news è stata, per volontà del Presidente De Sanctis, inserita in prima pagina del sito nazionale della Federbocce. Spero che le parole di Giacomo siano da traino per avvicinare altri ragazzi della sua età al nostro movimento sportivo”.
“Quando il Prof. Difluri, insegnante di scienze motorie di Giacomo, ci ha inviato il testo – ha riportato infine Zenone Borgo, che è anche segretario della Bocciofila Magnabosco – in società è volata qualche lacrima di gioia perché, oltre a non aspettarcelo, il tema di Giacomo è stupendamente profondo e ci fa capire tante cose che a volte noi tecnici e/o dirigenti non riusciamo a cogliere, ovvero come vivono i nostri ragazzi le competizioni. Giacomo è il frutto di un vivaio giovanile che conta ad oggi trenta tesserati tra i 7 e i 17 anni in società, che sono prima di tutto trenta corsisti della scuola bocce, ossia vivono, frequentano e danno vita al bocciodromo di Zugliano. Ringrazio la Scuola per averci invitato alla cerimonia, i genitori di Giacomo per aver sostenuto il ragazzo nella sua passione sportiva, al suo allenatore (citato indirettamente nel tema) Riccardo Lavagnoli e alle due persone che quattro anni fa hanno permesso a Giacomo e a tanti altri ragazzi di avvicinarsi alle bocce. Mi riferisco all’insegnante Antonio Difluri e al nostro educatore scolastico, nonché istruttore, Umberto Campagnolo”.