Bocce Paralimpiche e Boccia Paralimpica: le passioni di Valentina Carratta
Valentina Carratta, 21 anni il giorno di Natale: una passione infinita per le bocce paralimpiche e la Boccia Paralimpica. Salentina di Lecce, dal 2017 si è avvicinata alla disciplina al bocciodromo di Monteroni di Lecce grazie ai suggerimenti del presidente Mauro Madaro, prima di trasferirsi, insieme a Fabio Montinari, tra le fila della Calimerese. Entrambi hanno permesso a Valentina di conoscere il mondo sportivo delle bocce.
“Stavo cercando uno sport adatto a me. Sono affetta da una tetraparesi spastico distonica e non riesco a muovere la mano sinistra, così, seppur non al 100%, cerco di utilizzare al meglio la destra – racconta Valentina Carratta – Ho provato una volta, sono entrata in campo e mi sono letteralmente innamorata di questa disciplina”.
Valentina si allena con il presidente Montinari, colui che le ha permesso di conoscere anche la Boccia Paralimpica. “All’inizio ero titubante – ammette la 21enne giocatrice pugliese – Fabio, nel 2019, mi ha accompagnato a Roma per partecipare ai Campionati Nazionali di bocce paralimpiche e, in quell’occasione, ho conosciuto un ragazzo, Andrea Luzi, il quale, con i suoi consigli, mi ha fatto appassionare anche alla Boccia”.
Io sono diventata un’atleta, inserita nella categoria BC2, coinvolgendo in questa esperienza anche mia mamma, Maria Luisa Rotondo (vice-presidente della Calimerese, ndr), diventata tecnico della Boccia Paralimpica, e Fabio Montinari, che ha conseguito la qualifica di arbitro.
Insieme a Valentina Carratta si allenano anche il 37enne Emanuele Ingrosso, che gioca sia a bocce paralimpiche sia Boccia Paralimpica nella categoria BC2, e il 23enne Matteo Greco, il quale entrerà nel pieno delle attività non appena riceverà la rampa-scivolo, da poco ordinata.
“Bocce paralimpiche e Boccia Paralimpica sono due grandi passioni, grazie alle quali posso togliermi grandi soddisfazioni. Il mio obiettivo, nella Boccia, è riuscire, un giorno, a competere a livello internazionale – afferma Valentina – La tecnica e i campi sono diversi, lo scopo del gioco molto simile. Dipendesse da me giocherei dalla mattina alla sera. Allenarmi mi fa sentire viva”.
Valentina scende in campo, quotidianamente, con il presidente Montinari, con la mamma e con tutti gli altri soci della Calimerese. “Nei bocciodromi si realizza la massima integrazione sociale, perché in campo, a mio avviso, siamo tutti uguali – il pensiero della 21enne leccese – In società ci sono, tra gli altri, otto ragazzi e sei donne. I gruppi di allenamento sono molto eterogenei e, spesso, gareggiamo insieme. Ciò è possibile grazie agli sforzi di Fabio Montinari e di tutta la società. Le barriere architettoniche, infatti, sono state eliminate e il bocciodromo è pienamente accessibile. Abbiamo una struttura sportiva all’avanguardia, così come dovrebbero esserle tutte”.