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Delusione Italia. Sull'albero dell'Europeo di Martigny gli azzurri hanno trovato solo frutti acerbi. E non centra il cambiamento climatico, né il fedriano “nondum matura est”. Per la prima volta l'Italia esce da questa competizione continentale senza medaglie. 

La quarta edizione dell'individuale pareva orientata benevolmente verso il podio, sia la maschile, con Cocciolo proteso a rimarcare l'eredità del doppio titolo di Diego Rizzi, e con Dedominici, intenzionata a spezzare la spirale negativa della femminile. Alessio è arrivato alla sfida dei quarti dopo quattro vittorie, e si è dovuto arrendere nell'anticamera della semifinale. Anche il cammino di Sara si è interrotto proprio quando il profumo di podio si era fatto intenso. 

Nella seconda edizione delle coppie, il sesto posto nella speciale classifica della fase di qualificazione, raggiunto da Cocciolo-Laforè, ha subito stuzzicato il ricordo dell'oro olandese (Cocciolo-Rizzi), ma il sogno è morto anzitempo negli ottavi complice l'amaro calice danese. La mista Laforè-Petulicchio, pur entrando nelle sedici quasi in extremis (tredicesimo posto), ha avuto l'opportunità di puntare alla semifinale dopo il successo su Israele, ma il tandem belga è parso inesorabile. La coppia rosa Dedominici-Petulicchio, costretta a disputare la consolante Coppa delle Nazioni, non è riuscita a lucidare il titolo, perdendo nei quarti contro l'Estonia (13-10)

Il capo delegazione Roberto Favre, non nasconde la delusione: ”Tornare senza medaglie – ha affermato – lascia un po' di delusione. Questa competizione ha raggiunto un alto livello tecnico, anche da parte di quelle nazioni considerate piccole. Ho visto una buona armonia di gruppo. Positivo l'esordio di Laforè. Sara Dedominici ha sentito inizialmente il peso della maglia, ma poi è cresciuta; potrà regalarci soddisfazioni. Cocciolo è rimasto vittima del nervosismo dopo la sconfitta a coppie. Al di là delle singole prestazioni, c'è comunque rammarico. Peccato per il risultato“.

“Che l'Italia fosse Rizzi-dipendente, lo sapevamo – ha dichiarato il commissario tecnico Riccardo Capaccioni – e purtroppo queste convinzioni si ripercuotono sui giocatori e sugli avversari, che ovviamente con Rizzi in campo rendono il trenta per cento in meno. L'Europeo senza Diego si è chiuso in anticipo e senza medaglie. Da citì che ha fatto le proprie scelte, motivandole e condividendole, mi assumo tutte le responsabilità e le rimetto al Consiglio Federale e al Presidente. Tuttavia – ha proseguito Capaccioni – la manifestazione ha avuto anche i suoi lati positivi. Laforè e Dedominici hanno ben figurato durante le loro prove e hanno dimostrato di avere un grande potenziale da esprimere a livello internazionale. Davide si è giocato la medaglia nella coppia mista con Valentina Petulicchio arrendendosi contro una grande formazione del Belgio che non ha dato scampo alle nostre giocate. Sara si è giocata la medaglia nell'individuale perdendo contro la ragazza turca, grossa sorpresa di questo Europeo. Sottotono Cocciolo, sconfitto dal forte, ma alla sua portata, svedese, e nella coppia al termine di una partita rocambolesca e surreale, che ha visto una grossolana eccedenza di zelo da parte dell'arbitro, intransigente sul tempo di giocata di una boccia, annullata per pochissimi secondi sul parziale di 11-12. Concludo sottolineando che il livello internazionale cresce a vista d'occhio, e l'Italia ha bisogno di crescere e far crescere i propri atleti per essere alla pari delle altre nazioni. Per far ciò occorre che tutti si remi nello stesso senso, puntando al medesimo obbiettivo”.   

"Il calendario internazionale della petanque - ha commentato il numero uno della FIB, Marco Giunio De Sanctis - è oltremodo intenso rispetto alle altre specialità e noi che ancora non abbiamo sviluppato al meglio questa accessibile disciplina ne risentiamo maggiormente in fase di costruzione di rappresentative nazionali competitive. Va ampliata l’attività nazionale in più regioni possibile e insegnata con più assiduità e appetibilità nelle scuole". 

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