Sull'edizione digitale e cartacea di Avvenire a questo link, la storia di Manuel De March, pluricampione nelle bocce, che si riporta di seguito.
Quella di Manuel De March è una bellissima storia d’amore, che comincia a metà degli anni ‘90, quando viene concepito, da mamma Romina e papà Daniele e si rafforza quando, alla nascita, nel novembre del 1995, arriva la diagnosi di sindrome di Down (trisomia 21): ha un cromosoma in più, che costituirebbe un handicap, ma questa famiglia straordinaria riesce a trasformare la criticità in grande opportunità. «La nascita, ricorda Romina, è stata una grande gioia anche perché seguita a un trauma: Manu è stato operato a 5 giorni di vita, senza protocollo chirurgico, a Bologna perché nel pesarese i medici non gli davano speranze di vita per la sua atresia duodenale. L’intervento per Manuel riesce. Romina è insegnante, abituata a tirare fuori il meglio dai suoi ragazzi. Il papà è progettista di interni d’arredo, così comincia il gioco di squadra familiare che porterà Manuel a svettare in parecchi campi, innanzitutto a scuola: arriva la licenza media con ottima valutazione, si iscrive al Liceo Artistico “Apolloni” di Fano e anche lì si diploma a pieni voti. Sceglie la sezione Design oreficeria ed oggettistica d’arredo. A scuola studia, a casa fa pratica: «Tutto - ricorda il padre, è cominciato con un piccolo tornio, comprato per creare oggettini in legno d’ulivo, che avevamo perché a Cartoceto c’è un uliveto di famiglia e sistemato nel ripostiglio, dove c’è la lavatrice. Abbiamo notato la grande manualità e predisposizione artistica, ed è cominciata la sua attività di artigiano hobbista». Dal laboratorio, via via, escono penne di grande bellezza, cesellando a mano legno, resine madreperlate, marmo, e così via. In poco tempo dal ripostiglio si passa a un ambiente più grande, con continui acquisti di attrezzi e macchine nuove. Gli oggetti d’arte creati diventano, spesso, doni di rappresentanza per personaggi illustri - fra i primi, l’allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nella cerimonia di nomina ad “Alfiere della Repubblica”, riconoscimento “per la sua condotta di vita, i meriti sportivi ed artistici”: studiava, lavorava ed era già campione sportivo. A mano a mano che la notorietà cresce, gli oggetti realizzati da Manuel, penne, portachiavi e tanto altro, diventano richiestissimi sul mercato. Da poco ha festeggiato la penna n. 2500. Manuel, nella casa fanese, mostra con orgoglio le foto che lo ritraggono con papa Francesco, con don Maurizio Patriciello (in occasione del premio letterario Valerio Volpini) e con tante altre personalità molto note. Comincia la storia della bottega “I Trucioli di Pinocchio”: «Da piccolo, rivela Manuel, non facevo che leggere questa favola: mi affascinava e chiedevo ai miei genitori di aiutarmi a collezionare libri, film, ed oggetti di ogni tipo, legati a questo personaggio». Passione rafforzata dalla visita al Parco e Museo di Collodi e che, visitando la biblioteca, continuamente rinnovata, appare tutt’altro che esaurita. Ci sono le foto con gli attori Federico Ielapi e Andrea Balestri, i Pinocchi di Garrone e Comencini, che sono venuti a trovarlo a Fano. Manuel voleva fare il falegname, come Geppetto, ma la vita gli riserva nuove sorprese. «Questa attività, spiega la mamma, ha contribuito tantissimo a far crescere l’autostima di Manuel, che poi ha si è tradotta in altre espressioni di vita, come quella sportiva». Arriva anche il successo agonistico in diverse attività, dalle bocce, al nuoto, al tiro con l’arco. Nelle bocce, tuttavia, Manuel è straripante: gioca con i normodotati della FIB (Federazione Italiana Bocce) e vince ben 12 volte il titolo italiano, in una disciplina che purtroppo non è ancora considerata paralimpica. I successi di Manuel, al momento si limitano al perimetro nazionale, spesso in coppia con il suo fedelissimo amico Manuel Anniballi. Altri due ori sono stati conquistati nel nuoto, uno nel nuoto Fisdir Rana 50, dopo dieci anni di fatiche; uno ai giochi studenteschi e nel tiro con l’arco, dove non gli viene riconosciuta la possibilità di gareggiare fra i normodotati. Ai giochi studenteschi il suo paglione è stato messo distante dagli altri, immagine rimasta impressa a molti. Il tribunale accoglie il ricorso. Complessivamente, in tutte le discipline, conquista 230 podi, tra regionali e nazionali. Nelle bocce mai nessuno ha vinto tanto nel mondo paralimpico: 21 volte a podio e 12 titoli nazionali. Manuel per anni ha giocato con la “Combattente Fano”, dove si allena e gioca con un nutrito gruppo di ragazzi con disabilità. Manuel, che milita nella categoria C21, continua ad allenarsi a Fano, ma ora è in squadra con la Ascip Roma. È allenato da Giannino Vagnini, che ne esalta le caratteristiche tecniche, anche se il ragazzo mette sempre in primo piano l’esperienza umana e relazionale: «Siamo un bel gruppo, dice e ci divertiamo molto ». Lui è rimasto un ragazzo semplice, grazie alla presenza costante, ma non invadente, di papà e mamma. Per Romina, grande appassionata di pizzica, il lavoro non sembra finito. Il suo sogno è quello di riuscire a portare Manuel in pista. Manuel la guarda sornione, sembra dire: stavolta non ci casco…