Di rientro da Tarragona, dove abbiamo vissuto una straordinaria esperienza sportiva, il pensiero corre su tre aspetti decisamente coinvolgenti. L’oro di Diego Rizzi nella specialità del tiro di precisione della pétanque, ha ancora una volta evidenziato le doti di un ragazzo straordinario che fa della classe e dell’estro la sua arma vincente, un autentico fuoriclasse. Scanzonato a tal punto da poter assumere l’effige di un personaggio dei cartoon, quando entra nel rettangolo di gioco si trasforma e lo sguardo assume le sembianze di una lince. Dieghito, come lo chiamano i suoi fans, ha superato in finale il forte competitor francese Bruno Le Boursicaud senza mai dargli la possibilità di entrare in partita, regalando così all’Italia sportiva un oro nella XVIII edizione dei Giochi del Mediterraneo 2018. Complessivamente per la nazionale Italiana delle bocce un buon bottino, un oro, tre argenti e tre bronzi, medagliere che poteva assumere anche maggiore valore alla luce di quanto visto sui campi di gioco. Il secondo pensiero lo dedico nei riguardi dei dirigenti e dei dipendenti del CONI Italiano impegnati a Tarragona. Ci hanno fornito un’assistenza straordinaria, facendoci sentire a nostro agio in una realtà in cui tradizionalmente non svolgiamo la nostra attività sportiva. Un team di grande profilo ben diretto dal Segretario Generale del CONI Carlo Mornati, presente alla manifestazione. Accomuno a questa considerazione lo straordinario staff medico del CONI coordinato dal dottor Antonio Spataro, dall’inizio del quadriennio medico anche della Federbocce Nazionale. Raccontare in sintesi cosa ha rappresentato per me, per i nostri atleti e tecnici federali, l’esperienza dei Giochi del Mediterraneo di Tarragona non è cosa semplice. Dalla Spagna sicuramente ci portiamo a casa la gioia di aver condiviso spazi e momenti con gli atleti azzurri delle altre Federazioni Sportive, ma soprattutto di aver condiviso l’esperienza con i rappresentanti di altri Paesi dell’area del Mediterraneo. E’ stato bello e stimolante confrontarsi sui campi da gioco, con lealtà e sano spirito sportivo, con realtà dove purtroppo il quotidiano è caratterizzato da problemi molto complessi, quali la gestione de i flussi migratori e la ricerca di soluzioni pacifiche per una convivenza all’insegna della libertà di idee e di pensiero. Ecco penso che lo sport, grazie alla XVIII edizione dei Giochi del Mediterraneo abbia dato una lezione speciale, su come atleti di diverse etnie e di diversa religione possano convivere in serenità correndo dietro un pallone o lanciando una boccia, cercando di raggiungere un record o comunque puntando al massimo obiettivo possibile per se stessi e per il proprio Paese.

 

Nella foto Moreno Rosati con Diego Rizzi

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