Un altro tassello dell'articolato puzzle che il presidente Fib, Marco Giunio De Sanctis, sta disegnando nell'ambito del bellissimo rapporto instauratosi ormai da tempo tra la Federazione Italiana Bocce e il mondo della disabilità: infatti, un protocollo d'intesa tra Fib e Fondazione Don Gnocchi, rappresentata dal direttore generale, Francesco Converti, è stato firmato nella tarda mattinata di venerdì 25 gennaio 2019, presso l'Istituto Don Gnocchi di Via Girola, a Milano.
"Estremamente importante" - ha detto lo stesso Converti - "l'unione tra lo sport delle bocce e la disabilità: un percorso continuo che consentirà ai nostri operatori, ai disabili e alle loro famiglie di provare una vera terapia praticando un gioco bellissimo attraverso momenti di inclusione e di aggregazione. Si tratta di una terapia insostituibile rispetto ai normali percorsi terapeutici. Quando si tratta di praticare una efficace riabilitazione legata alla pratica sportiva, la nostra Fondazione è sempre in prima linea e, in questo caso, ha trovato un valido alleato. In effetti, lo sport delle bocce consente ai disabili - come noto - di essere stimolati in modo particolare e di riprovare sensazioni legate anche alla competitività. A completamento della sinergia creatasi, Fondazione ha anche previsto l’opportunità per tesserati e familiari FIB di accedere ai nostri servizi a prezzi agevolati, aprendo quindi un canale di “welfare sociale” per i nostri mondi di competenza” ha concluso il direttore generale.
"Questo protocollo d'intesa è solo un altro mattone della casa che all'interno della nostra Federazione accoglie a piene mani tutto il mondo della disabilità", ha ribadito a sua volta il presidente Fib: Marco Giunio De Sanctis. "Lo sport delle bocce è uno sport per tutti e, soprattutto, per il mondo paralimpico. Proprio di recente, abbiamo firmato una serie di protocolli con altre associazioni di categoria che rappresentano tipologie di handicap con patologie di diversa gravità (UILDM e AMINIL). A bocce possono giocare tutti: i non vedenti, coloro che hanno problemi intellettivi e relazionali e, naturalmente, tutti i disabili fisici."
"Oltre ai tradizionali sistemi di gioco - raffa, volo e petanque - c'è la Boccia" - ha aggiunto inoltre il presidente De Sanctis - "specialità inserita a pieno titolo nei giochi paralimpici e praticata da atleti che presentano una disabilità gravissima: tetraplegie, cerebrolesioni ad esempio, e distrofie molto serie. Proprio per questo motivo, ci è sembrato opportuno instaurare un rapporto con la Fondazione Don Gnocchi. Per la nostra federazione, e per me in particolare, era un grande obiettivo che, adesso, abbiamo finalmente realizzato."
La Fib, attraverso protocolli operativi, metterà a disposizione supporti concreti (tecnici e materiale sportivo) in modo tale che il numero dei disabili praticanti possa aumentare in modo significativo.
Attualmente, gli atleti disabili tesserati per la Fib sono circa 1100; i praticanti della Boccia sono poco meno di 150 e svolgono anche un'attività internazionale assai intensa, nella prospettiva dei Giochi Paralimpici.
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Nella foto il direttore generale Francesco Converti con il presidente De Sanctis