Sembrava ieri quando, su volontà del presidente federale, Marco Giunio De Sanctis, nasceva l’A.I.A.B., l’Associazione Italiana Arbitri di Bocce. Era il 1° ottobre 2018.
L’obiettivo della FIB consisteva nel rendere autonomo il suo settore arbitrale, com'è consuetudine nelle altre federazioni sportive. Autonomia: un sogno che, con la prossima assemblea associativa programmata per la fine dell’anno (situazione permettendo), diventerà realtà.
L’A.I.A.B. sarà quindi completamente autonoma, sotto l’aspetto amministrativo, gestionale e organizzativo. È la quadratura del cerchio, resa possibile dal presidente De Sanctis e dalla sua governance.
Sono state numerose, tuttavia, le difficoltà che si sono dovute affrontare affinché l'associazione si organizzasse adeguatamente. L’A.I.A.B. si avvale di un Comitato Nazionale Arbitrale (C.N.A.), presidente Oscar Butti, nonché quattro responsabili delle specialità (Raffa, Volo, Petanque e Boccia Paralimpica), a loro volta coadiuvati dal responsabile tecnico/arbitrale, dal segretario, dai designatori di specialità e dai coordinatori arbitrali regionali. In totale 1.200 arbitri, presenti in tutto il territorio. “Trait d’union” fra il C.N.A. e il consiglio federale è il consigliere Francesco Del Vecchio, il quale vanta una lunga esperienza in qualità di arbitro nazionale.
La pandemia di coronavirus non ha interrotto le attività dell’A.I.A.B. che, su indicazione del presidente De Sanctis, ha sfruttato il mezzo informatico per organizzare per gli arbitri corsi a distanza.
L'efficienza dell’associazione si è confermata nelle azioni messe in campo dal presidente federale. Infatti il C.N.A. ha organizzato un corso online per “osservatori arbitrali” con la partecipazione di una cinquantina di iscritti.
È seguito poi il “corso professione arbitro”, destinato a un centinaio di arbitri nazionali e internazionali, valorizzato dalla presenza di uno psicologo, di un avvocato e dal responsabile del Comitato Tecnico Federale Unitario (nonché vicepresidente vicario Fib), Moreno Rosati.
L'iniziativa è stata estesa anche a una settantina di giovani arbitri provinciali e regionali. Sono allo studio, inoltre, corsi multidisciplinari per creare la figura di “arbitro polivalente” e per chi intende perfezionarsi nella singola specialità.