Francesco Del Vecchio è il Consigliere Federale di maggiore esperienza. Nato a Nola nel 1953, è presente nel Consiglio dal ’97. Già premiato dal Coni con le Medaglie di bronzo, d’argento e d’oro al Merito Sportivo, nella sua lunghissima carriera in Fib ha ricoperto l’incarico di presidente regionale della Fib Campania tra il ’92 e il ’96, di presidente provinciale della Fib Napoli tra l’’88 e il ’92 e di vicepresidente, sempre della Fib Napoli, tra l’’84 e l’’88. È stato attivo anche in ambito societario, avendo presieduto la Michelangelo di Napoli fra il ’71 e il ’73. Ha abbinato l’impegno di dirigente con quello di arbitro e di notevole spessore: provinciale nel ’73, regionale nel ’75 e, infine, nazionale nel ’78. Proprio nell’incarico arbitrale ha riversato tutte le sue energie: “Oltre ad essere stato membro in varie commissioni, tra cui quella giovanile, ho presieduto quella arbitrale per anni. Nella nuova consiliatura avrò il ruolo di referente politico per l’Aiab (Associazione Italiana Arbitri di Bocce, ndr) e di componente della commissione progetti promozionali”, dichiara Del Vecchio. Laureato in scienze agrarie, Francesco Del Vecchio ha lavorato nella pubblica amministrazione della Campania in qualità di alto funzionario, fino allo scorso anno, quello del suo pensionamento. “Ora ho più tempo da dedicare alle bocce”, prosegue. L’attendono sfide impegnative: “Insieme al presidente federale De Sanctis sto procedendo al rinnovo dell’Aiab. L’obiettivo è introdurre arbitri giovani, preparati e polivalenti, in grado di occuparsi delle varie specialità, anche in ambito internazionale. Abbiamo inoltre appena concluso il corso arbitrale di Boccia (disciplina paralimpica, ndr): la Fib non aveva mai dispensato così tanta formazione, prima d’ora. La mia maggiore soddisfazione dell’ultimo quadriennio è stata proprio quella di essere riuscito a costituire, insieme al presidente Oscar Butti, una realtà così importante e qualificata come l’Aiab”. Conclude Del Vecchio: “Il fine ultimo della Fib è unificare l’intero movimento. Il nostro è uno sport particolare, che fa dell’aggregazione il suo asse portante. Dobbiamo compattarci, rinnovarci e recuperare ancor più lo spirito sportivo che ci contraddistingue, per superare la crisi legata al coronavirus”.