"La scomparsa di Sesto Foresi addolora fortemente il nostro movimento sportivo e in particolare il sottoscritto, che lo conosceva da circa 40 anni e ha avuto l'onore di incontrarlo in diverse competizioni di alto livello. Pertanto a nome della FIB esprimo il più sincero e profondo cordoglio alla sua famiglia lasciando ai nostri tesserati il ricordo e le toccanti parole del nostro referente stampa GIorgio Macellari" le parole del Presidente Federale Marco Giunio De Sanctis.
Un applauso convinto e sostenuto era partito dalle tribune della società Maceratese quando, il 25 aprile 1998, l'allora 62enne Sesto Foresi era riuscito a primeggiare nel "Meeting dei Campioni", sconfiggendo in finale un giovane ma già affermato Mirko Savoretti.
In quell'occasione, Sesto aveva strabiliato tutti, compresi i suoi tifosi più accaniti, che a ragione si erano entusiasmati per l'ennesima volta: il dio delle bocce, infatti, aveva concesso a Foresi l'opportunità di dimostrare che, in stato di grazia, poteva ancora competere e vincere con i migliori giocatori italiani.
Un applauso altrettanto convinto e sostenuto da parte di tutti gli appassionati di bocce è partito anche nella giornata di giovedì 20 ottobre quando, a Macerata, si è diffusa la notizia che Sesto Foresi, uno dei più grandi campioni nella storia del nostro sport, era morto la sera precedente a causa di una emorragia cerebrale.
Sesto, insomma, aveva deciso di eseguire un ultimo imperioso sottomano: stavolta, a fermarsi, non era stata la boccia tirata, ma la sua stessa vita.
Una vita intensa: molte le ore trascorse sul camion a trasportare prodotti per l'agricoltura. Un lavoro logorante, dunque, che però non gli impediva di praticare con soddisfazione lo sport delle bocce.
Si è sempre dimostrato umile e modesto, nonostante le innumerevoli vittorie ottenute sulle corsie di tutta Italia, a partire dagli anni '70, con i titoli italiani conquistati in categoria A, nella specialità terna, a Carpi (MO) nel 1975, con Stortoni e Cipolletta, e a Reggio Emilia, nel 1977, con Stortoni e Trubbiani.
Più che ricordarne i successi sportivi - tanti e prestigiosi: ad esempio, il "Pallino d'Oro" a Budrione e quello di Sambucheto - vale la pena sottolineare come Foresi sia stato un giocatore benvoluto da tutti, per quel senso di serenità e di simpatica cordialità che sapeva esprimere anche senza parole. Tant'è vero che è stato fonte di ispirazione per numerosi allievi che hanno cercato di seguirne le orme.
Senza dubbio, quando si parla del boccismo romantico, non si può fare a meno di citare il campione maceratese. C'è chi ha già detto che, con la sua scomparsa, è terminata un'era: quella dei campi in terra dove, per livellare il terreno, si doveva ricorrere al rullo; quella delle cartoline rigorosamente scritte a mano; quella delle gare notturne che si concludevano all'alba di fronte a un pubblico di appassionati assai numeroso, tenuto sveglio dai gesti tecnici dei fuoriclasse come Sesto.
Strana la vita... Pochi giorni fa, per errore, si era diffusa la voce della sua scomparsa. Una premonizione da parte di qualcuno, forse, oppure uno scherzo di cattivo gusto. Chi sa... I suoi amici, sabato sera, al bocciodromo, lo avevano preso in giro dicendogli: "Beh, queste sono notizie che, come sai, allungano la vita!"
Strana la vita... Bello pensare che Foresi non abbia voluto contraddire chi aveva messo in giro quella strana voce: perciò si è addormentato e se n'è andato, in silenzio, quasi sommessamente, tra le praterie del cielo. Sono in molti ad aspettarlo là: altri grandi campioni, pronti a riprendere con lui nuove sfide su gance improbabili, ma colorate d'azzurro.
Perché l'era del boccismo romantico, in realtà, non muore mai: il sapore e l'atmosfera ineguagliabili dello spettacolo sportivo offerto dalla disciplina che più amiamo rimane sempre nei nostri cuori, a maggior ragione quando chiudono gli occhi campioni come Sesto Foresi.
Chi scrive non ha avuto la fortuna di frequentarlo come amico, ma in ogni caso si sente in dovere di dirgli: "Grazie, Barbo'!"