Sono tanti i sinonimi della parola passione, ma nel mondo del boccismo giovanile ce n'è uno atipico, con nome e cognome: Stefano Sciutto. Ligure di Loano, diciotto anni il prossimo 8 settembre, un amore sviscerato per le bocce scoccato sui campi della Loanese, dove a 6 anni, seguendo nonno Guido, si è dissetato ad accosti e bocciate. E sempre nel bocciodromo di Loano, teatro delle final four del massimo campionato del volo, non si è perso una battuta, attingendo parole nuove dal vocabolario tecnico-tattico dei fuoriclasse protagonisti. Neppure la sosta obbligatoria imposta dal covid ha fermato la sua voglia di bocciate, attrezzandosi un campo nel cortile di casa. Per il futuro ragioniere però, la partita doppia è ancora zoppa perchè la colonna dell'avere non combacia con quella del dare.
La delusione più grossa? “Le quattro finali perse – sottolinea Sciutto – nei campionati italiani (individuale under 15 nel 2016, a coppie nel 2017, individuale u18 nel 2018, tiro progressivo u18 nel 2019, ndr). Per fortuna è arrivato anche il momento più bello, quello del bronzo nella staffetta ai mondiali di Alassio“.
Stefano, punto di forza dell'Andora Bocce in A2, dove è approdato dopo l'esperienza loanese e quella di Arnasco, è impaziente di assaporare il gusto della partita. “Mi manca – aggiunge – e non vedo l'ora di ricominciare“. Da una quindicina di giorni ha ripreso gli allenamenti con la squadra e nel contempo dedica un po' di tempo libero all'hobby della pesca (e non poteva essere altrimenti vista l'abitudine a non spendere troppe parole).
“Il mio sogno – dice Stefano – resta quello di pescare intanto il mio primo titolo italiano, poi di mantenere la maglia azzurra. Vorrei percorrere il cammino del mio idolo, Matteo Mana“.
L'eclettismo tecnico, la capacità di soffrire nei momenti delicati del confronto, il seguire i consigli di Angelo Cappato, ma soprattutto la sua grande passione, non lo deluderanno.