Nell’ultima riunione dell’Osservatorio sul Lavoro Sportivo, tenutasi presso il Ministero per lo Sport e per i Giovani lo scorso 5 novembre, è emersa la questione relativa ai soggetti che, pur usufruendo della pensione “quota 100”, hanno sottoscritto contratti di lavoro sportivo.
La modifica della tipologia di reddito (da reddito diverso a reddito da lavoro) introdotta dal D.Lgs. n. 36/2021, a decorrere dal 1° luglio 2023, ha inevitabilmente generato la causa di incompatibilità prevista dalla norma vigente, con conseguente rischio di revoca del trattamento pensionistico e richiesta di restituzione delle somme corrisposte da parte dell’INPS.
Ad oggi, tantissimi lavoratori sportivi sono stati destinatari di comunicazione da parte dell’INPS che, come previsto dalla norma vigente, procede a contestare l’incompatibilità del contratto di lavoro sportivo, revocando la pensione e richiedendo la restituzione delle somme percepite a titolo di pensione.
Sulla delicatezza di tale problema e sulle conseguenze, spesso gravi, che da essa derivano, è stata riscontrata la sensibilità di tutti i componenti dell’Osservatorio e la volontà di individuare una soluzione che possa evitare ai lavoratori sportivi gravi conseguenze.
A tal fine, è stata chiesta la collaborazione del CONI e di tutti gli organismi affilianti (FSN. DSA, EPS) ad effettuare una attenta ricognizione, coinvolgendo anche le ASD e SSD affiliate, al fine di individuare l’entità del fenomeno e il numero dei soggetti interessati.
Considerata l’importanza della questione e le gravi conseguenze che potrebbero essere arrecate ai tanti collaboratori che inconsapevolmente hanno sottoscritto contratti di lavoro sportivo, si chiede cortesemente a tutti gli Organismi Affilianti di effettuare, in tempi brevi, una ricognizione, anche presso le ASD/SSD affiliate, sui contratti di lavoro sportivo stipulati con soggetti che usufruiscono della pensione “quota 100”, al fine di comunicare i dati all’Osservatorio.