"La scomparsa di Antonio Riva addolora fortemente il nostro movimento sportivo e, in particolare, il sottoscritto, che lo conosceva da quando ero un bambino che iniziava a tirare le prime bocce al seguito di suo padre presidente federale, grande estimatore e amico di Antonio. Ho fatto di tutto per proporlo al Coni per il conferimento della Palma d’Oro al Merito Tecnico Sportivo, in quanto Antonio ha guidato per anni e con successo la nostra Nazionale Italiana della Raffa ed ho sofferto con lui nei terribili giorni in cui, contagiato dal Covid, ha lottato, da immenso atleta quale è stato, tra la vita e la morte. Pertanto a nome della FIB esprimo il più sincero e profondo cordoglio alla sua famiglia alla quale garantisco che il ricordo di Antonio non tramonterà mai, in quanto, a mio personalissimo giudizio, lo ritengo il più valente bocciatore di Raffa della storia” le parole del presidente federale Marco Giunio De Sanctis.  

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Ci affidiamo così al ricordo del nostro Giorgio Macellari, anche lui narratore del cosiddetto “boccismo romantico”: 

Antonio Riva, leggenda del boccismo italiano e internazionale, ci ha lasciato oggi dopo aver effettuato la sua ultima raffata sottomano, a due passi, che l'ha trasportato in una dimensione ultraterrena. Ci affidiamo così al ricordo indelebile di un altro protagonista del cosiddetto "boccismo romantico", che ha vissuto un'invidiabile carriera sportiva. Tanto che - unico boccista - gli è stata dedicata addirittura una piastrella azzurra sul famoso muretto di Alassio. Nato nel maggio del 1940 a Verbania, coglie il primo alloro tricolore a Piacenza, a sedici anni, in occasione dei Campionati Italiani Under 18. Bis l'anno successivo a Bologna, tris nel '58 a Modena. Da lì ha inizio una cavalcata boccistica sfolgorante: tre titoli mondiali, sei europei e otto italiani, con un migliaio di gare vinte complessivamente. Un centinaio le sue presenze con la maglia azzurra. Dal 1993 al 2004 ricopre con successo anche il ruolo di Commissario Tecnico della Nazionale Italiana delle bocce sintetiche. Del "bomber" Antonio Riva ci rimane soprattutto l'immagine di un sorriso guascone e di una tecnica in raffata davvero ineguagliabile. Chi scrive ha avuto in sorte la fortuna di vivere nel 1985, al Palalido di Milano, la meravigliosa esperienza dei Campionati Mondiali della Raffa. Con i quattro moschettieri azzurri: Dante D'Alessandro, Giorgio Cairoli, Bruno "Mister Millimetro" Suardi e, per l'appunto, Antonio "bomber" Riva. Un torneo giocato alla perfezione, in stato di grazia, senza mai sbagliare un tiro. Ciao, "bomber". Come scriveva il grande Gianni Brera: "Ti sia lieve la terra".

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