I campioni di bocce hanno da sempre avuto i loro cantori. In un Paese di Santi, Poeti e Navigatori, come sta scritto a Roma sul Palazzo della Civiltà dell’Eur, non potevano mancare. Poeti da strada, potremmo simpaticamente chiamarli, affascinati da questo gioco e scatenati fans dei loro beniamini.
Balilla liguresi
L’imperiese Mario Armando, nell’ottobre del 2009, celebrò in versi un avvenimento straordinario. Gli azzurrini della petanque avevano vinto il titolo mondiale in Tunisia. La prima volta dell’Italia con le magliette juniores. Diego Rizzi, Alessandro Basso, Alessio Farina e Gianluca Rattenni sul podio più alto di Monastir. Un trionfo. “Stavolta ci sono riusciti / aggregati in blocco / ponentini e genovesi uniti. / Ora è Oro! / …. Messi sotto belgi spagnoli mascareni / e pur i maestri francesi / tritati dai Balilla liguresi. / Certo a vincere serve valentia / e altresì fortuna / senza questa non s’arriva sulla luna. / Basso Farina Rattenni e Rizzi / ai battuti han fato venir i capelli ritti …”.
Una tradizione, quella di festeggiare la vittoria con un sonetto, che ha sempre avuto un posto di rilievo in questo antichissimo gioco. Due puntine e il foglio con le rime dei piccoli Carducci faceva bella mostra nella bacheca della società.
Il Poeta Maledetto
Nel 1993 Paolo Violani, Giuseppe Ghezzi e Stefano Salvini vinsero i Tricolori seniores di raffa a Lecce. La forte terna del comitato di Voghera, al suo rientro, trovò appeso sulla porta del club addirittura un manifesto. Una filastrocca, rime baciate, per incensare la loro impresa. La firma: Il Poeta Maledetto. “Ghezzi, Violani, Salvini, / in quel di Lecce sono stati divini, / gli avversari hanno sbaragliato / il campionato italiano a casa portato./ Violani il braccio, Ghezzi la mente, / Salvini l’uomo vincente; / di sicuro ci vuole fortuna / ma conta molto la loro bravura. / Dalla società Fontana allevati / loro pian piano sono sbocciati, / si vedevan le qualità / di giocatori di serie A. / Già tricolore era stato Fontana, / or la gente di nuovo sognava / di arrivare alle alte vette / come nel lontano cinquantasette …”.
Il professore romano Filippo Cristofari, in tasca la tessera del Circolo Santa Assunta, dedicò nel 2007 a due compagni di maglia, Iacorossi e Palandra, un ironico sonetto per esaltare la loro vittoria contro il fior fiore dei campioni capitolini. “Nella rassegna di bocce kennediana / con forti atleti e gioventù romana / il nostro marchigiano Iacorossi / s’è trovato di fronte i pezzi grossi. / MA con Gigi Palandra in accoppiata / una sera di gloria hanno firmata. / Anche Nunziata c’è rimasto male / e ciancicava “solo” anche Natale. / La faccia di Petrini, eroe di casa / dalla malinconia è stata invasa. / Poi la partita ardita e magistrale / s’è rivelata quella di finale. / Colutelli e Pantera, otto a zero / Iacorossi e Palandra nel mistero. / Poi, undici a nove, un’emozione / Iacorossi, tre punti, n’esplosione! /Come cani randagi e bastonati / a Montesacro tristi son tornati …”.
Nella foto, i campioni mondiali juniores della Petanque