CUSL

Galeotto non fu il libro, ma il giorno in cui Davide Candolini fece visita con la classe della Scuola Secondaria Divisione Julia, al bocciodromo della Quadrifoglio di Fagagna. “Ci invitarono a provare – esordisce il biondo folto crinito dall'alto del suo metro e settantacinque– e da quel momento scoccò la scintilla. Iniziò così la mia frequentazione con le bocce, e pure quella di mia sorella Erica, più giovane di due anni“. E proprio sui terreni del club friulano, a fine agosto, Davide – quindici anni compiuti il 26 luglio - ha colto il primo successo fregiandosi con la Quadrifoglio del titolo di società under 15. “Dopo il secondo posto dello scorso anno – sottolinea – siamo riusciti a mettere le mani sullo scudetto dopo un percorso piuttosto irto di ostacoli, non ultimo lo spareggio finale contro la Pro Valfenera. Io ho disputato il combinato e l'individuale, ma solitamente vengo impiegato nelle prove veloci di staffetta e progressivo. Purtroppo per un infortunio al ginocchio vi ho dovuto rinunciare. Però, se devo essere sincero, personalmente preferisco le prove tradizionali“. 

Davide Candolini 2 

 Per Candolini, cresciuto sotto i sapienti insegnamenti degli istruttori Eliseo Bulfone e Gian Luigi Ziraldo, nell'agosto del 2019 si sono aperte le porte della nazionale con la convocazione per il torneo internazionale di Kranij, in Slovenia. “Abbiamo vinto il nostro girone – precisa Davide – ma in finale ci siamo dovuti arrendere alla Croazia. Si è trattato di una bellissima esperienza, il momento più bello del mio percorso boccistico, insieme a quello dello spareggio vinto grazie al punto di Feruglio. Per contro non sono mancate le delusioni, specie per non aver potuto partecipare ai campionati di tiro a causa dei problemi al ginocchio sinistro. Purtroppo l'infortunio ha condizionato il mio rendimento“. E per uno come lui che pretende sempre il massimo dalle sue prestazioni, è stata dura da accettare. Da futuro ragioniere (frequenta il secondo anno a San Daniele), è assai esigente nella partita doppia, e si inalbera non poco quando la partita diventa zoppa perchè non si equivalgono le colonne del dare e dall'avere. “Pretendo sempre il massimo – ammette Davide – e di conseguenza quando non riesco ad ottenerlo, a trovare la forma giusta, come quest'anno, mi arrabbio. Non vedo l'ora che finisca questa stagione. Siamo riusciti a fare ancora qualche allenamento fino a metà novembre, poi la società ha chiuso. Se devo fare un bilancio di questi anni non posso non essere grato a tutta la bocciofila di Fagagna, dove ho trovato persone decisive per la mia crescita, e al comitato per aver sempre privilegiato l'attività giovanile con una serie di eventi. Dopo la convocazione azzurra, mi auguro di poter arrivare alla serie A e disputare campionati di alto livello. E in questo bilancio di previsione, per dirla alla ragioniere, mi ispiro al mio mito Carlo Ballabene“.

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