Fine settembre 2019 ad Albena, in Bulgaria: finale campionati europei di petanque a terne maschili. Italia contro un agguerritissimo Belgio. Azzurri certi di essere all'altezza della situazione e consapevoli di dover dimostrare la loro forza, dopo la finale persa dalla Francia nel 2017. Così la rivive il commissario tecnico Riccardo Capaccioni, che sottolinea: ”Questo è il ricordo che per ora mi fa ancora piangere di gioia, ad un anno di distanza“.
“Ultima giocata, 12 pari – esordisce il coach azzurro, e prosegue “ Rizzi e soci in crisi, partita quasi vinta, compromessa più volte e Cocciolo che mi aveva chiesto il cambio, da me negato. Pallino a circa 8 metri di distanza, boccia d'entrata dei belgi lunga 70 centimetri; accosto di Cometto ottimo, bocciata avversaria fallita che colpisce il pallino e lo porta a 10 metri, leggermente sulla destra, con punto avversario a un metro e mezzo. Cometto riprende il punto a 10 centimetri dal pallino e il bocciatore belga fallisce il colpo. Ottimo penso, ma il mio morale viene subito sedato da un fermo al posto di Weibel, il più volte campione del mondo e tra i primi cinque del pianeta. I visi dei miei ragazzi sbiancano. Dobbiamo fare qualcosa. E' gioco di tirare nel fermo avversario per fare spazio e mettere sotto pressione l'avversario, vista la situazione con quattro bocce in mano per noi e solo due il Belgio, ma due punti in terra per loro. Diego non vuole tirare; probabilmente non si sentiva centrato. Bisogna che qualcuno lo faccia, e così dopo un bel respiro Alessio prende la decisione. Ci tiro io, levatevi di lì, sbotta, ed entra nel cerchio con lo sguardo di chi ha sofferto troppo con le bocce in mano, di chi ha deciso di prendersi la vittoria con la forza. Scaglia la boccia verso l'alto e conclude un clamoroso carreau su quello avversario, guadagnando il punto”!
“In quel momento – prosegue Capaccioni – non si può pensare, perchè finchè ci sono bocce da giocare nulla è scontato. E così è stato. Il puntatore belga con la sua ultima riprende il punto. Tre bocce in mano per noi (due Diego, una Alessio) e una Weibel. A questo punto il gioco è obbligato. Cocciolo deve ripetere la bocciata, colpendola lascerebbe il doppietto in mano a Diego. Un copione già scritto da Alessio che senza fare una piega si appresta a tirare. Il suo lancio si infrange sulla boccia avversaria, concludendo un secondo carreau che resterà nella storia della petanque, ma soprattutto resterà scolpito nella mia testa. Gli umori avversari finiscono sotto le scarpe, perchè Weibel e soci se avevano una speranza di poter vincere l'avevano riposta nel possibile errore di Alessio. E come era scontato che Weibel guadagnasse i due punti di Alessio a 10 metri, era scontato che Diego non fallisse il suo colpo. Quando toccò a lui tirare la bocciata per il titolo, venne verso di me e disse : Capa, sai che non mi pesa neanche un po' questa boccia ? Io gli risposi… e allora fagli un fermo! Diego non ha mai tradito le mie aspettative. Inutile dire che la fece ferma e ci regalò il titolo europeo“.
“La petanque – aggiunge Capaccioni – è un mondo complesso dove è davvero difficile emergere e imporsi vincendo dei titoli prestigiosi come questo che ho raccontato. Quello che mi fa più piacere, non è il titolo in se, ma il risultato del lavoro che ho svolto con il mio staff (Trucco e Rattenni), preciso nell'eseguire programma e direttive, e grazie agli atleti che hanno avuto fiducia nelle mie capacità e mi hanno seguito senza creare problemi. Ora tutto il mondo ci aspetta a Losanna per i campionati mondiali. Speriamo che prima possibile questo incubo finisca e si possa tornare alla normalità“.