Da Spalato a Spoleto, due ricordi 'continentali' per il ct azzurro Pallucca
Da Spalato a Spoleto due campionati europei seniores nel proprio palmares. Il ct dell’Italbocce della Raffa, Giuseppe Pallucca, vanta due titoli continentali a squadre. Nel 1998, in Croazia, gli azzurri trionfarono agli Europei con Giuseppe Pallucca, Pasquale D’Alterio, Massimiliano Chiappella ed Emiliano Benedetti; mentre, nel 2000, in Umbria, insieme a Pallucca, c’erano Pasquale D’Alterio, Gianluca Formicone e Pietro Zovadelli.
SPALATO – “Ricordo in Croazia il palazzetto pieno di tifosi con la musica a tutto volume negli intermezzi delle partite. Fu una competizione a emotività all’ennesima potenza con un alto coinvolgimento del pubblico – il flashback di Pallucca, che torna con la mente indietro di 22 anni – Se questo è il ricordo piacevole, c’è da dire che, seppur nella splendida location di un palazzetto dello sport, i campi erano i primi prototipi di quelli montabili. Difficili da gestire nell’accosto, ma anche nella bocciata c’erano le difficoltà. Quando si tirava di raffa o di volo e la boccia toccava il campo si sentiva il rumore sordo del vuoto. La difficoltà fu quella dell’adattamento immediato su campi sui quali non eravamo, di certo, abituati a giocare”.
SPOLETO – In Umbria, aria di casa, per l’Italia della Raffa, che vide Pallucca e D’Alterio riconfermati rispetto alla kermesse continentale croata, a cui si aggiunsero Gianluca Formicone e Pietro Zovadelli.
“Sono trascorsi venti anni, ma resta viva una giocata nella terna in semifinale – prosegue Pallucca – Eravamo in campo contro la Svizzera e, con l’ultima boccia da giocare, la mia, i nostri avversari, con cinque punti per terra in fondo alla corsia, avevano la possibilità di vincere. Potevo solo andare all’accosto e riuscii a conquistare il punto”.
“È stato uno di quei momenti in cui serve il mix di massima concentrazione, precisione e sangue freddo – le parole di Pallucca – Serve gestire tutti questi elementi, senza nemmeno pensarci troppo, perché si rischia di perdere in termini di performance. Credo sia stata una delle giocate più belle e difficili, vista la situazione, della mia carriera”.
CT – “Oggi vivo un’esperienza diversa – Pallucca traccia uno spartiacque tra passato e presente – Allenare è completamente diverso, perché, da atleta pensi solo a te e alla tua concentrazione, da ct devi tenere sotto controllo tanti fattori, sia dei tuoi giocatori che delle squadre avversarie. Devi immedesimarti nella testa di ogni singolo componente il gruppo e, soprattutto, nelle decisioni devi tener conto delle capacità dell’atleta e del momento, più o meno, emotivo del match”.
“Ricordo un episodio in Argentina, nel marzo 2019, quando durante il Mondiale della Raffa diversi atleti dovettero convivere con una gastroenterite – conclude Pallucca – Per noi fuori è stato più semplice dal punto di vista personale, ma, al contempo, abbiamo dovuto gestire i vari incontri tenendo conto di un malanno fisico che, chi più chi meno, mise ko la tenuta fisica dei ragazzi”.