"Il talento che s...boccia": Rosita Porcelli
Rosita Porcelli è una talentuosa atleta alle soglie dei 18 anni, che dal 2015 gioca a bocce e, pochi mesi dopo esser scesa in campo, ha vinto subito un titolo italiano nella categoria Under 15.
“Ho iniziato a giocare a bocce in maniera insolita – spiega la giovane atleta di Latina – Mio padre stava guardando una replica di una partita dei Mondiali del 2015, che si sono disputati a Roma. Sono entrato nella sua stanza e stava giocando Elisa Luccarini. Dissi a mio padre che avrei iniziato a giocare anche io, provando a diventare più forte. Ho iniziato alla società Il Grifone, poi diventata Il Nuovo Grifone, e mi sono subito laureata campionessa d’Italia”.
L’intera famiglia Porcelli, originaria di Nola, gioca a bocce: il padre Pompeo è un atleta di categoria A, la madre gioca in C, il fratello Francesco è Under 15.
“Vorrei allenarmi di più, ma gli impegni scolastici mi assorbono molto – spiega Rosita Porcelli – Frequento il Liceo Classico e sto studiando per i test di ammissione alla Facoltà di Medicina. La passione è forte, dunque, cerco di giocare almeno una volta a settimana, anche nei periodi in cui sono assorbita maggiormente dagli impegni scolastici”.
“Quando ci alleniamo scende in campo l’intera famiglia. Io mi alleno su una corsia con papà, sull’altro campo invece si posizionano mio fratello e mia mamma. Mio padre gioca molto bene, quindi con lui riesco ad allenarmi al meglio. Evitiamo di giocare insieme con mio fratello Francesco, perché rischieremmo di litigare”, scherza Rosita.
“A Latina sono cresciuta, boccisticamente parlando, con un bel gruppo di ragazzi e ragazze – racconta la 17enne – Quando parlo con i miei coetanei che non hanno mai giocato cerco di spiegar loro che sembra uno sport semplice, ma non lo è affatto perché servono coordinazione, precisione e carattere. Solo provando a giocare si possono toccare con mano le sue caratteristiche: sport intrigante, interessante e coinvolgente”.
“A me, comunque, più che la partita, piace il tiro di precisione – ha concluso Rosita Porcelli – È più adatto alle giovani generazioni, più appassionante e più breve”.