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Alla fonte iridata di Saint Vulbas, gli azzurri si sono abbeverati con cinque medaglie, due d'oro, due d'argento ed una di bronzo. Cinque gemme del “Club Italia”, frutto di quel rapporto di mutua collaborazione, di mutua solidarietà, di mutuo spirito di sacrificio che è il piedistallo su cui costruire e assemblare un gruppo, una squadra costretta ad esprimersi a ritmo incessante all'interno di un campionato del mondo schiacciato in quattro giornate. 

Era dal lontano 2009, quando Denis Pautassi si fregiò dell'oro di Macon, che l'Italia inseguiva il titolo individuale. Ci provarono invano Simone Nari, Simone Mana ed ultimo Luigi Grattapaglia, col suo bronzo di Mersin 2022. C'è riuscito Daniele Grosso, detentore del titolo iridato di tiro di precisione. Quella sconfitta iniziale contro il cileno Galvez, quell'inciampo inopinato gli è rimasto in gola, e quando se lo è ritrovato difronte in semifinale ha messo in moto le poderose pale del meccanismo di rivincita. Per poi trovarsi alla sfida decisiva contro lo sloveno della Perosina, Jure Kozjek, pronto a rilucidare gli ori del 2011, 2013, 2015, 2021. E qui nel trentaseienne azzurro è emerso il gusto del gioco e della sfida, fino ad ignorare caratura e potenziale dell'avversario. Ne ha combattuto i fieri arrembaggi e brandeggiando le bocche da fuoco della sua piazzaforte, ha colpito con ostinata tenacia fino a costringere il plurimondiale alla resa. 

Sulla prova di staffetta mista, introdotta nel 2018, hanno messo le mani Natalie Gamba e Ivan Soligon. La ventunenne delle sorelle Gamba, prodotto della feconda cantera della Bassa Valle, e il ventitreenne di Conegliano, sono arrivati sul gradino più alto quasi giocando sull'orlo dei punteggi, correndo qualche rischio, a dispetto delle esibizioni muscolari degli avversari sempre avanti negli score. Dopo il 51 su 58 iniziale, tanto per dire al baldanzoso tandem francese (53/58) “noi ci siamo”, i corridori azzurri sono approdati in semifinale con lo score più basso (48/58) rispetto agli avversari, con il solito squillante 53/57 dei galletti, la cui cresta si è piegata in occasione dello spareggio con la coppia croata Vojkovic-Milicevic, entrambe spinte al 54 su 58. Al contrario, a Gamba e Soligon è bastato lo score di 47 su 60 per superare il tandem turco. I croati si sono forse illusi di dover affrontare un'Italia dal basso rendimento e sono finiti vittime di una coppia azzurra, sornionamente acquattata alle spalle dei suoi punteggi e pronta a scompaginare le carte. E' l'ultima sfida quella che conta e l'Italia lo ha ribadito con prepotenza distanziando di quattro colpi gli esausti avversari (54/59-50/57). 

La prova più classica del mondiale, quella riservata alle coppie, che vede l'Italia svettare con i suoi dieci titoli, stavolta non ha premiato il tandem azzurro Grattapaglia-Grosso. Così come avvenuto a Mersin 2022, l'Italia ha dovuto alzare bandiera bianca in finale per mano dei francesi Belay-Molager, in una sorta di rivincita dopo la sconfitta patita ad Alassio 2021. 

Anche il moderno combinato misto, in cui si sono espressi Valentina Basei e Ivan Soligon, ha premiato i transalpini bloccando gli azzurri sul rettilineo finale. La coppia di Conegliano non è riuscita a far esplodere le bollicine, rigorosamente di prosecco, e dopo il 27 dei quarti e il 23 della semifinale, non ha trovato le giocate giuste per ostacolare i francesi, ma ha trovato un secondo posto già storico per la prova. 

Gigi Grattapaglia, dopo l'esperienza di Rijeka 2015 (medaglia d'argento) ha provato a catturare l'eredità di Matteo Mana e Daniele Grosso, titolari dell'oro del tiro di precisione nelle ultime due rassegne iridate. Il trentatreenne è arrivato in semifinale dopo un percorso contraddistinto da un contesto di punteggi generali non esaltanti e la sfida con l'algerino Chaechoua lascia il rammarico per una sconfitta rimediata allo spareggio sul punteggio di 10-10. 

Per Emanuele Ferrero e Stefano Pegoraro impegnati nella staffetta, il mondiale si è chiuso al termine dei quarti di finale. E l'Italia continua così ad inseguire l'unico oro che le manca delle prove iridate. 6 medaglie d'argento, l'ultima del 2022 colta dagli stessi Ferrero e Pegoraro, non hanno ancora trovato il modo di trasformarsi in metallo prezioso. Nel tiro progressivo, Stefano avrebbe voluto ripetere il secondo posto di Mersin, ma è uscito anzitempo in qualifica. 

“I complimenti vanno ai campioni del mondo – ha dichiarato il presidente federale Marco Giunio De Sanctis – Lo sport delle bocce merita il palcoscenico olimpico, soprattutto con le specialità più spettacolari, come le staffette e i tiri di precisione. Su sette titoli in palio, vinciamo cinque medaglie, di cui due d’oro, due d’argento e una di bronzo: un bottino importante per l’intero movimento boccistico del Volo, a testimonianza dell'ottimo lavoro che la Federazione Italiana Bocce sta portando avanti per lo sport di alto livello con particolare riferimento ai ct Favre e Buosi e ai loro collaboratori, così come per il cosiddetto sport per tutti. In ambito internazionale, non mi stancherò mai di ripeterlo e lo abbiamo visto in questa settimana, le bocce meritano di entrare nel programma dei Giochi Olimpici”.

“Il secondo posto nel medagliere – ha dichiarato il ct Roberto Favre - dietro alla Francia padrona di casa, è un risultato importante. Sono felicissimo per l'oro di Grosso, al suo primo titolo individuale, ed eletto miglior giocatore del mondiale, così come per la staffetta mista che ha tolto lo scettro alla Francia, con un fantastico Soligon accompagnato degnamente da Gamba, per nulla condizionata dall'esordio. Ma tutti hanno dato il massimo e non è mancato il supporto reciproco anche da parte di coloro che non sono arrivati in fondo. Nelle finali siamo stati un po' penalizzati dal cambio di programma, giustificato da esigenze televisive, che non ci ha permesso di poter recuperare. Importante il contributo dell'intero staff azzurro e soprattutto l'esperienza di Valerio Remino, non solo sotto l'aspetto fisioterapico “.  

“La coppia mista, da qualche anno introdotta ufficialmente nelle competizioni internazionali, esalta ancor di più la spettacolarità della nostra disciplina sportiva” ha dichiarato il tecnico Franco Buosi. “Inoltre consente una formazione composta da un ragazzo e una ragazza esaltando ancora di più il nostro sport”. 

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