Targa d'Oro: ultimo appuntamento con Beppe Andreoli
Sui campi di Alassio ha scritto pagine indimenticabili, soprattutto a suon di bocciate, figlie di uno stile di tirata unico nel suo genere, con traiettoria a campanile. Giuseppe “Beppe” Andreoli, astigiano classe '47, 3 titoli mondiali e 2 Coppe Principe di Monaco, oltre a 23 titoli italiani, e 73 presenze in nazionale, non ha mai perso una finale della Targa d'Oro, collezionandone 6.
SCARPE - “La prima emozione alassina – esordisce Andreoli – l'ho provata a 19 anni. Con una quadretta della Way Assauto di Asti, se ricordo bene perdemmo nei quarti di finale. Andò meglio due anni dopo quando arrivammo in semifinale. Nel 1969 il primo successo sotto le insegne della Pianelli con il grande Berto Granaglia, Baroetto e Caudera. In finale rifilammo un cappotto alla genovese Colombo, quella di Cereghino e Molinari. Ma di quella Targa ho un ricordo che mi porterò sempre appresso. Mi presentai in piazza Partigiani, dove dovevamo giocare, con un paio di scarpe blu. Quando Granaglia mi vide, disse: avrai vinto il campionato del mondo, ma se non hai le scarpe uguali alle nostre, non presentarti“.
CURIOSO - Ma questo è soltanto uno dei tanti aneddoti cari a Beppe, che si concede volentieri all'onda dei ricordi.
“Un'altro fatto curioso, stavolta sotto il profilo tecnico – prosegue Andreoli – si verificò nell'edizione successiva alla vittoria del '74. Sempre con la Pianelli, affrontammo una quadretta torinese. In una giocata ormai decisiva, con punto nostro sul pallino al massimo, un avversario ci viene incontro per darci la mano, ma viene bloccato dal bocciatore, Franco se non erro, che va alla tirata e la fa ferma. Noi, con 6 bocce in mano, riuscimmo a sbagliarle tutte, sia io, che Sturla e Suini, e perdemmo la partita. Con la stessa quadretta, c'era pure Paletto, nel '77 ottenni uno dei più bei successi contro i favoriti Granaglia, Bruzzone, Macocco e Tamagno, della Lancia.
DIABOLICO - Quella successiva, del '79, con la maglia dell'Accorsi Tuttobocce, ebbe un epilogo diabolico. Gli avversari erano Suini, Notti, Paletto e Pinara Bruzzone, credo per i Comunali di Alessandria. Sul parziale di 8-4 per noi, fallirono 6 bocciate, di cui 4 al pallino; a Granaglia bastò colpire due volte per fare 7 punti. Però se devo essere sincero la più bella affermazione personale è l'ultima, quella con la quadretta del Nizza, nell'85. Con Negro e Zeppa, io facevo da spalla al bocciatore di testa, Dallolmo. In semifinale contro la Colombo di Sturla, Bruzzone, Notti e Bozzano, ho realizzato il cento per cento, con 25 bocce utili su 25. Ed ho replicato in finale contro la Ciriacese di Priotto“.